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Il Castello di Gioia del Colle ha una storia piuttosto antica tant’è che il suo nucleo originario è di origine bizantina. Passato poi in mano normanna, il Castello subì una serie di aggiunte e rimaneggiamenti, in particolare sotto Ruggero II e Guglielmo I il Malo. Ciò che oggi possiamo vedere ed apprezzare del castello risale invece al periodo svevo. Non a caso anche questo castello rientra tra i noti castelli federiciani della Puglia imperiale.

Federico II di Svevia e il Castello di Gioia del Colle

Tornato dalla VI Crociata in Terra Santa, Federico II di Svevia si occupò di ordinare il rimaneggiamento del Castello di Gioia del Colle. Fu così che la struttura assunse i contorni caratterizzanti di molti altri castelli federiciani presenti in Puglia ed al di fuori della Puglia, squadrata, con un cortile centrale e le torri situate negli angoli esterni. Non si trattava, tuttavia, di un’elegante residenza per lo svago, la poesia o le attività venatorie, ma piuttosto di una struttura pensata per essere un mero presidio militare. Tuttavia, alcuni storici ritengono che Federico II di Svevia avesse particolarmente a cuore il Castello di Gioia del Colle e che non fosse infrequente che praticasse la caccia anche durante la sua permanenza in zona.

Da Federico II di Svevia a Carlo d’Angiò

Secondo gli storici Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, nacque proprio qui, a Gioia del Colle. Come ricorderete, il giovane figlio di Federico e Bianca Lancia, fu ucciso in battaglia a Benevento proprio da Carlo d’Angiò, che rifiutava che egli fosse erede legittimo del puer Apuliae e desiderava di fatto raccogliere lo scettro rimasto libero. E così fu. In seguito, il castello passò a lungo sotto la proprietà dei conti di Conversano e principi di Acquaviva.

Aspetto ed architettura del Castello di Gioia del Colle

Il Castello di Gioia del Colle ha forma marcatamente squadrata ed è strutturato su due piani di altezza. E’ realizzato in pietra locale, prevalentemente carparo, ma anche pietra più chiara. Delle quattro torri originarie oggi ne restano solamente due, che prendono il nome di Torre dell’Imperatrice e di torre De’ Rossi. La sua lunga storia gli consente di portare i segni di differenti stili e gusti, ma sicuramente l’impronta più forte ed evidente è proprio quella lasciata dall’epoca sveva. Federico II amava una certa commistione di stili e non disdegnava l’uso di motivi di impronta islamica, sia all’interno che all’esterno. Anche l’uso di motivi bugnati è tipicamente federiciano, e conferisce severità e rigore alla struttura. Abbondano le aperture, monofore, bifore e trifore, che testimoniano i rimaneggiamenti appartenenti ad epoche diverse. Il castello è provvisto di due ingressi, al di sopra dei quali vi sono due piombatoie, ovvero due aperture che consentivano di aggredire il nemico giunto sin sulla soglia, versandogli addosso olio caldo o sostanze infiammabili. Al centro del cortile del Castello di Gioia del Colle, invece, si trova un pozzo, con funzione di cisterna per la raccolta delle acque piovane.

Sale del Museo Archeologico, Sala del Forno, Prigione e leggende sul castello

Superato il cortile del Castello di Gioia del Colle si possono visitare alcune sale adibite oggi a Museo Archeologico. Queste sale erano adibite a depositi vari, di vettovaglie o armi e a stalle. Oggi vi sono esposti alcuni tra i maggiori reperti archeologici della zona. Superata la sala dei Forno si accede ad un’area sotterranea che era adibita a prigione. All’interno di questo ambiente, su una parete, vi sono due rotondità che, narra la leggenda, rappresentano i seni di Bianca Lancia, quarta moglie di Federico II di Svevia. Sembra che proprio qui, negli ambienti della prigione, Bianca Lancia abbia partorito il figlio Manfredi, che come sapete sarà successivamente sconfitto da Carlo d’Angiò nella battaglia di Benevento.

Sala del Trono e Sala del Camino

La sala del Trono e la sala del Camino si trovano al primo piano. Tutto ciò che si può oggi ammirare all’interno dei queste sale, incluso il trono in pietra, sono in realtà frutto di restauri avvenuti nel Novecento.

Federico II e Bianca Lancia: la leggenda che vede il castello di Gioia del Colle protagonista

Abbiamo avuto occasione di raccontarvi altrove una leggenda secondo la quale Bianca Lancia sarebbe stata rinchiusa in una torre del castello di Monte Sant’Angelo per via della fortissima gelosia di Federico II, e che questa, in preda alla disperazione, si sarebbe infine gettata di sotto. Dovete sapere, tuttavia, che questa leggenda è un pò “contesa” tra il castello di Monte Sant’Angelo e il castello di Gioia del Colle. Vediamo dunque cosa racconta la “variante” della leggenda ambientata in quel di Gioia del Colle. Sembra che Federico II e Bianca Lancia si fossero conosciuti in occasione del matrimonio di lui con Iolanda di Brienne, i cui festeggiamenti si sono svolti nel Castello di Oria. Fu amore a prima vista, ma il sovrano si stava giustappunto sposando (per la seconda volta) e quindi il matrimonio fu rimandato. Sembra tuttavia che i due abbiano avviato fin da subito una relazione extraconiugale, dalla quale nacquero Costanza, Manfredi e, sembra, anche Violante. Proprio nel corso della gravidanza durante la quale Bianca Lancia portava in grembo Manfredi, Federico II, accecato dalla gelosia, la fece rinchiudere in una torre. Una volta partorito, Bianca si tagliò i seni, e li inviò assieme al piccolo al sovrano. Dunque, si gettò dalla torre. Naturalmente anche questa è una leggenda, ma c’è chi dice che dalla Torre dell’Imperatrice si possano udire gemiti e lamenti, specie durante le notti di luna piena. Lasciata da parte la leggenda, invece, secondo gli storici Bianca non si gettò dalla torre ma, in preda allo sconforto, chiese a Federico II di rendere legittima la loro unione e di convolare a giuste nozze. Nel frattempo Isabella, la sua terza moglie, era deceduta, quindi Federico acconsentì, e con l’occasione stabilì la capitale del regno a Foggia. Era il 1250. Di lì a pochi giorni l’Imperatore sarebbe morto, dunque Bianca Lancia sarebbe stata imperatrice per un breve tempo.