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La cultivar ogliarola è molto presente in Puglia e dà vita ad alberi secolari massicci e molto eleganti. La sua resa, a differenza della cellina di Nardò, è molto alta. Tuttavia, gli alberi di ogliarola non producono olive tutti gli anni, ma un anno sì e uno no. Di ogliarola esiste anche quella barese, diffusa naturalmente nella zona di Bari, mentre quella leccese, ce lo suggerisce il nome stesso, è tipica del Salento. 

Un albero massiccio ma un pò delicato

In generale, l’ogliarola leccese, insieme alla cellina di Nardò, sono gli alberi maggiormente rappresentativi dell’olivicoltura salentina. Come anticipato, l’ogliarola leccese è un albero massiccio, che può raggiungere, col passare degli anni, anche 15 metri d’altezza! In generale, rispetto alla cellina, l’ogliarola non è un albero molto resistente, e purtroppo spesso incorre in malattie quali la rogna, muffe, insetti, ma anche danni da brine, nebbie, venti umidi e via dicendo. Se consideriamo l’ogliarola alla luce del fatto che non è produttivo tutti gli anni e che si ammala spesso, tutto sommato potrebbe essere un cattivo investimento, ed ecco perchè molti coltivatori hanno preferito sostituirlo con la cellina di Nardò.

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Una resa decisamente alta

Tuttavia, le olive del cultivar ogliarola sono davvero molto polpose e, rispetto alle celline, hanno una resa molto più elevata. Se quest’ultima ha una resa del 15%-17%, l’ogliarola arriva invece fino al 25%. Il sapore di quest’olio è fruttato con aroma di mandorla, lievemente amaro e delicatamente piccante. Naturalmente ottimo anche a crudo.