La Puglia presenta due fiumi particolarmente importanti tanto per lunghezza quanto per portata d’acqua: l’Ofanto ed il Fortore, situati rispettivamente a sud ed a nord del Tavoliere. L’Ofanto è lungo 170 km e scorre interamente in suolo pugliese, mentre il Fortore è lungo 110 km e scorre in parte anche in Basilicata.
Oltre ai fiumi sopracitati, possiamo affermare che in generale i fiumi della Puglia si dividono sostanzialmente in due categorie: quelli a carattere torrentizio, e quelli di natura carsica, che scorrono nel sottosuolo fino a sfociare in mare.
Per ciò che concerne quelli a carattere torrentizio, citiamo il Carapelle, il Cervaro e il Candelaro, che si trovano in provincia di Foggia, e poi il Galeso, l’Ostone, il Chidro, il Lato e il Tara, che scorrono invece nella zona dell’Arco Ionico Tarantino; e il Cervaro, che scorre nel Tavoliere.
Poiché il suolo pugliese ha pressoché interamente origine carsica, vi sono poi diversi fiumi originatisi da acque piovane, che scorrono nel sottosuolo per poi trovare sbocco verso il mare. Le acque superficiali insomma non sono abbondanti.
Nel barese le acque piovane alimentano le cosiddette “lame”. Il carsismo e l’azione delle acque in Puglia ha poi lasciato le sue tracce nelle innumerevoli doline e gravine, depressioni del terreno dovute a crolli causati dall’azione sottostante delle acque. La dolina Pozzatina, in provincia di Foggia, ne è un classico esempio. Anche le Grotte di Castellana sono un esempio di questo tipo di fenomeno, così come il Pulo di Altamura.
Da citare poi il fiume Bradano, che scorre solamente in piccola parte in territorio pugliese, mentre la maggior parte scorre in Basilicata.