La festa patronale in onore del SS. Crocifisso di Colonna ha luogo ogni anno il 3 maggio. Secondo la leggenda, il 3 maggio del 1480 (un anno particolarmente intenso per la Puglia, dal momento che fu anche l’anno della presa di Otranto da parte dei Turchi Ottomani), alcuni malintenzionati sottrassero dalla Chiesa di Santa Maria della Colonna questo prezioso crocifisso ligneo, la croce di Colonna, appunto. Nel corso del furto, i malintenzionati mutilarono il naso di Gesù, che cominciò a sanguinare. Presi dallo spavento, lo gettarono in mare.
La croce di Colonna protagonista di una suggestiva processione
Oggi in quella data si ripete ogni anno una bellissima festa patronale, durante la quale il crocifisso è portato in processione sull’acqua e poi sulla terraferma, il tutto enfatizzato dalla solenne musica della banda locale e dall’esplosione di bellissimi fuochi pirotecnici. L’intera processione prende le mosse dalla penisola di Colonna, sede della chiesa e del monastero di Colonna, percorre tutto il tratto di mare antistante il porto e poi la città vecchia. Terminata la processione, il crocifisso rimane esposto in una parrocchia della città per 5 giorni a beneficio dei cittadini che desiderino porgergli omaggio. Infine, il crocifisso fa ritorno presso la Chiesa di Colonna, dove ha sede durante tutto il resto dell’anno.
La Chiesa e il Monastero di Colonna
La Chiesa romanica e il Monastero di Colonna si trovano su una piccola penisola un tempo adiacente alla città di Trani, oggi invece di fatto inglobata ad essa. Vuole la tradizione che il monastero e la chiesetta furono edificati entrambi nel XI secolo per mano dei Normanni. Fino a quasi tutto il Basso Medioevo, il monastero fu retto dai monaci appartenenti all’ordine benedettino, provenienti da Cava dei Tirreni. Questi monaci benedettini tuttavia nel XV secolo decisero di abbandonare il monastero in quanto fortemente provati dalle continue incursioni da parte dei Saraceni. Subentrarono dunque i monaci francescani.
Le incursioni di saraceni e pirati non cessarono, ed è rimasta nella storia proprio quella che vi abbiamo narrato sopra, che ha portato all’incauto furto della croce di Colonna. I francescani abitarono il monastero di Colonna sino al secolo XIX, protetti dalla famiglia dei Carafa, duchi di Andria, che vi si stabilivano durante i mesi estivi, usando di fatto il monastero come residenza estiva.
Come tutti sapete in età napoleonica tutti i beni ecclesiastici furono confiscati, e la stessa sorte durò anche al monastero, che rimase disabitato sino a quando non si decise di usarlo come lazzaretto, poi come caserma e infine come colonia estiva per bambini.
Il mistero delle due sepolture ed il vampirismo in Puglia
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La penisola che ospita la chiesa di Colonna (con annessa croce di Colonna) ed il Monastero è stata oggetto di scavi archeologici. In particolare, gli archeologi hanno rinvenuto due sepolture piuttosto misteriose. La prima sepoltura ospitava assieme tre corpi, sovrapposti tra di loro e tenuti fermi da un masso ciascuno. La seconda ospitava un solo corpo, anch’esso contratto ed immobilizzato, soprattuto per quanto riguarda gli arti inferiori. In Italia quesa tipologia di sepoltura non è stata individuata in nessun altro luogo. Al contrario, seppellire in modo poco onorevole e quasi con l’intento di immobilizzare il defunto era tipico della cultura greca. Si seppellivano in questo modo le persone che erano state in qualche modo sgradite e che si preferiva non facessero in alcun modo ritorno nel mondo dei vivi. Un’altra teoria vuole che queste sepolture avessero a che fare con il vampirismo, che incuteva, ai tempi, non poca soggezione. In realtà, è possibile che i corpi fossero deceduti a seguito di patologie con sintomatologie che interessavano la circolazione sanguigna, come per esempio la porfiria e la tubercolosi, del tutto sconosciute ai tempi e pertanto interpretate alla luce di fenomeni di vampirismo.