Nato a Rudiae nel 22 d.C e morto a Lecce nel 68 d.C, Sant’Oronzo è stato, come da tradizione, il primo vescovo di Lecce. Il titolo gli fu dato proprio da San Paolo. E’ patrono di Lecce, ma anche di Turi, Campi Salentina, Botrugno, Diso, Acaya, Maglie (copatrono), Caprarica, Ostuni.
Chi era Sant’Oronzo? Come mai è patrono di Lecce? E perchè morì martire?
Rudiae, la città natale di Sant’Oronzo, era un’antica città di origine messapica situata sulla via che conduce all’odierna San Pietro in Lama. E’ famosa per aver dato i natali a Sant’Oronzo ma anche a Quinto Ennio, scrittore Latino. In generale, dovete sapere che il Salento subì talmente intensamente l’influenza culturale romana, da aver dato i natali a diversi autori, tra cui anche il drammaturgo Pacuvio. Rudiae è oggi visitabile con visita guidata, durante la quale potrete vedere la Valle della Cupa e l’anfiteatro romano dell’antica città. In generale, gli studiosi ritengono che oggi Rudiae non esista più in virtù della progessiva affermazione della vicina Lupia (Lecce).
La leggenda di Sant’Oronzo
Ma torniamo a Sant’Oronzo ed alla leggenda che lo vede protagonista. Secondo la leggenda, San Paolo aveva consegnato una lettera per i Romani a Tizio Giusto di Corinto. Quest’ultimo era in viaggio per Roma, ma il vascello sul quale viaggiava naufragò proprio di fronte a San Cataldo. Qui, Publio e il nipote Fortunato, che si trovavano nei paraggi della costa intenti in una battuta di caccia, lo trassero in salvo. In quell’occasione Giusto parlò a Publio e Fortunato dell’unico Dio, e questi ne furono talmente affascinati che decisero di convertirsi. In quell’occasione, Publio cambiò il suo nome in Oronzo.
Tizio Giusto li invitò a Corinto per presentarli all’Apostolo Paolo. Questi non ebbe dubbi e nominò Oronzo primo vescovo di Lecce e della Japigia (la Puglia). Tornato in Salento, Oronzo diede avvio ad un’intensa opera di evangelizzazione delle popolazioni locali. Tuttavia, Nerone stava giust’appunto inasprendo le persecuzioni contro i cristiani, e Oronzo e Giusto vennero esiliati. I due viaggiarono in Puglia e si fermarono sia a Turi che a Ostuni, dove predicarono in alcune grotte naturali, rifugiandosi dalle persecuzioni. Si recarono poi a Siponto (un’antica città vicino all’odierna Manfredonia) e a Taranto.
Tornati a Turi, furono catturati e processati per alto tradimento nei confronti dell’imperatore (reato di perduellio) e condannati a decapitazione. Oggi, sul luogo dove i loro corpi vennero condotti e pietosamente ricomposti dopo la decapitazione, sorge la cappella o santuario di Sant’Oronzo fuori le mura, detta anche “La Capu te Santu Ronzu”.
Una curiosità sul mezzobusto di Sant’Oronzo situato nel Duomo di Lecce
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La statua d’argento raffigurante il mezzobusto di Sant’Oronzo presente nel duomo di Lecce aveva un piccolo difetto vicino al sopracciglio del santo. E ogni volta che l’artista fondeva il prezioso metallo per realizzare di nuovo l’opera, il difetto si ripresentava. Fino a quando, un giorno, il santo gli si presentò in sogno, spiegandogli che si era realmente ferito in gioventù vicino al sopracciglio, dunque il difetto era segno di un fatto realmente accaduto.
Sant’Irene, prima patrona di Lecce
Come detto, Sant’Oronzo non fu sempre patrono di Lecce. Prima di lui la patrona era sant’Irene. Ma venne scalzata da sant’Oronzo quando i leccesi si persuasero del fatto che fosse stato proprio il santo a salvare la città da una terribile pestilenza nel 1656. Anche i Brindisini erano devoti a Sant’Oronzo per lo stesso motivo, anche se il loro patrono è San Teodoro (copatrono San Lorenzo).