La storia di Lecce ha origine in epoca messapica

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Cominciamo la nostra storia di Lecce dall’epoca messapica. Stando alle fonti, infatti, dove oggi sorge la città di Lecce sarebbe sorta, ancor prima della guerra di Troia, una città messapica, chiamata Sybar. Tuttavia, dopo la conquista romana che come sappiamo avvenne nel terzo secolo a.C., la città cambiò il suo nome in Lupiae. In quell’occasione, la città divenne anche municipio.

Durante il periodo in cui Lecce fu dominata dall’imperatore Marco Aurelio, tutto andò per il meglio e la città fu particolarmente fiorente e vivace. Le cose cambiarono quando il centro della città fu spostato di 3 km rispetto alla sua sede originaria e prese il nome di Licea o Litium. La nuova città, voluta dall’imperatore Adriano, includeva un teatro ed un anfiteatro, ed era vicina al porto di Adriano, l’odierna San Cataldo. Sotto Nerone, invece, la città sarebbe stata evangelizzata per mano di Publio Oronzio, che tuttavia pagò con la sua stessa vita questa scelta. Oronzio fu infatti primo martire della città, ed oggi com’è noto il patrono della città è proprio Sant’Oronzo.

Lecce sotto i Bizantini e durante l’epoca Svevo-Normanna

A questo periodo seguì una breve parentesi greca, fino a quando Lecce non fu conquistata dagli Ostrogoti, per poi passare sotto l’Impero Romano d’Oriente per la bellezza di 5 secoli. La vera e propria rinascita della città di Lecce si ebbe sotto i normanni. Durante l’epoca normanna, Lecce visse una rinascita e divenne oltre che un’importante città, anche un importante centro a livello commerciale. La corte normanna aveva proprio sede a Lecce ed è a Lecce che nacque l’ultimo re normanno, il famoso Tancredi, figlio di Ruggero III. Quando anche Tancredi morì, Lecce ed il Salento passarono in mano agli Svevi, a seguito del matrimonio tra Costanza d’Altavilla ed Enrico VI di Svevia.

Storia di Lecce sotto gli Angioini, Aragonesi e Borboni

Quando Manfredi, il figliastro di Federico II, morì in guerra contro Carlo d’Angiò, quest’ultimo scese in Salento e ne prese il controllo, supportato anche dal beneplacito di Papa Clemente IV. Aveva inizio la dinastia Angoioina. Gli angioini erano d’origine provenzale e non erano ben visti dagli eredi dei normanni e degli svevi rimasti in città, che ben presto invocarono l’aiuto degli aragonesi per riprendere i loro privilegi. Ne seguì un periodo di instabilità, durante il quale gli angioini ebbero la meglio, e che terminò con la morte di Raimondo Orsini del Balzo, che come sapete si era sposato con Maria d’Enghien.

Prese dunque il controllo di Lecce Ferrante d’Aragona. Proseguiamo la storia di Lecce avvicinandoci alla fine del Medioevo e superandolo, sino ad arrivare ai Borboni. Quando il Salento cominciò ad essere minacciato seriamente dai Turchi, Carlo V decise di edificare un castello con una possente cinta muraria. Si accedeva in città dall’odierna Porta Napoli.

In quel periodo uno dei feudatari più ricchi del regno era il famoso Raimondo Orsini del Balzo, che come sapete sposò Maria d’Enghien, contessa di Lecce. Durante il periodo aragonese, Lecce fu un importante centro commerciale ma anche culturale. Merci e saperi viaggiavano intensamente da Lecce verso Firenze, Venezia, Genova e viceversa. In quel periodo i veneziani erano molto presenti a Lecce, tant’è che fondarono una piccola colonia in città, e che furono loro ad edificare il Palazzo del Seggio, oggi noto con il nome di Sedile, ovvero l’antico palazzo del municipio. Anche la piccola chiesetta di San Marco è opera dei Veneziani, così come diversi palazzi signorili in città. Invece, la colonna presente in Piazza San’Oronzo sulla quale poggia la statua del santo proviene da Brindisi.

Secondo la leggenda, si tratterebbe di uno dei due antichi terminali della via Appia. Ma torniamo a noi e alla nostra storia di Lecce. Anche durante l’epoca Borbonica, a Lecce si edificarono innumerevoli chiese ed edifici religiosi, tant’è che sotto gli spagnoli si dice che la città fosse un vero e proprio cantiere a cielo aperto. La città fu funestata nel 1656 da un’epidemia di peste, ma vuole la leggenda che fu proprio Sant’Oronzo a fermare la peste, non a caso fu proclamato patrono proprio in quell’occasione, scalzando, di fatto, Sant’Irene, la patrona precedente.