Sono oltre 4400 gli esuberi all’Ilva di Taranto
Nell’eterno dilemma tra ambiente e lavoro, la questione dell’Ilva continua a tener banco: secondo gli ultimi aggiornamenti, sarebbero più di 4400 gli esuberi all’interno del grande polo industriale.
Nell’eterno dilemma tra ambiente e lavoro, la questione dell’Ilva continua a tener banco: secondo gli ultimi aggiornamenti, sarebbero più di 4400 gli esuberi all’interno del grande polo industriale.
La vicenda dell’Ilva di Taranto è una dimostrazione della gravità delle emergenze ambientali ed economiche nel nostro paese: ora, il governo Renzi punta a nazionalizzare la struttura per salvare ambiente e lavoro.
L’Arpa della Puglia ha recentemente constato delle inadempienze da parte dell’ILVA circa la nuova AIA e le ha comunicate alla Procura.
Le ultime notizie che giungono dall’Ilva di Taranto riguardano il ricorso da parte dell’azienda alla cassa integrazione: si tratta di una misura che toccherà ben 6147 dipendenti del polo siderurgico.
Anche l’Europa si sta muovendo con uno speciale piano per l’industria siderurgica e, gli effetti di quest’ultimo, si sentiranno anche per l’Ilva di Taranto, che otterrà degli aiuti da parte della Banca Europea degli Investimenti.
Dopo l’intervento del Governo, con la famosa legge 231 del 24 dicembre, l’Ilva di Taranto ha ripreso ufficialmente stamani la produzione a freddo.
Dopo l’arresto di alcuni dirigenti e lo stop alle attività produttive, all’Ilva di Taranto la situazione è particolarmente tesa, con gli operai che hanno occupato degli uffici e manifestano per non perdere il loro lavoro.
La vicenda dell’Ilva di Taranto sta conoscendo nuovi sviluppi, con la nuova AIA del ministero dell’ambiente che prevede una riduzione del 50% della produzione e la messa al bando del pet coke.
Sono giorni di tensione a Taranto per quanto riguarda la vicenda dell’Ilva e il suo futuro: per il Riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ha preso parte anche l’Arpa di Puglia, esponendo dodici punti nel suo parere.