Sono oltre 4400 gli esuberi all’Ilva di Taranto
Nell’eterno dilemma tra ambiente e lavoro, la questione dell’Ilva continua a tener banco: secondo gli ultimi aggiornamenti, sarebbero più di 4400 gli esuberi all’interno del grande polo industriale.
Nell’eterno dilemma tra ambiente e lavoro, la questione dell’Ilva continua a tener banco: secondo gli ultimi aggiornamenti, sarebbero più di 4400 gli esuberi all’interno del grande polo industriale.
In Salento, il continuo sviluppo del contagio della Xylella fastidiosa ha posto non pochi interrogativi tra la popolazione, gli operatori olivicoli e le istituzioni: cosa sta accadendo? Quali sono le risposte al problema? Vediamo insieme tutti i dettagli…
Dopo aver adottato un piano paesaggistico per la regione, la Puglia si è anche preoccupata di attivarsi a favore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, introducendo uno specifico piano che serva a proteggere quest’area del nostro territorio.
La valorizzazione delle bellezze e dei tesori locali, passa sicuramente anche attraverso una mappatura degli stessi: la Puglia ha elaborato in questo senso un vero e proprio piano paesaggistico, utile per tutelare al meglio la ricchezza del territorio regionale.
Con il suo ricorso alla Corte Costituzionale, la Puglia mira ad ostacolare in tutti i modi l’accentramento decisionale per quanto riguarda le prospezioni petrolifere al largo del suo territorio.
Nonostante la notizia non sia sempre alla ribalta della cronaca, in realtà, la mobilitazione del Salento contro le trivellazioni in mare continua ed è ora sostenuta anche dalla politica: dopo l’ultima riunione, infatti, le varie forze hanno trovato un punto d’incontro.
Nonostante a livello nazionale spesso questa notizia scivoli nelle seconde pagine, anche a causa di altre emergenze, in Salento continua la mobilitazione per combattere contro le trivellazioni da parte di aziende straniere alla ricerca del petrolio.
Il futuro della Raffineria Eni di Taranto è tutt’altro che roseo: a causa di un deterioramento delle condizioni operative, con tanto di ingenti perdite, il gruppo starebbe pensando a come pianificarne il futuro senza dover ricorrere a misure straordinarie.
La valorizzazione delle aree costiere pugliesi ha sicuramente un ruolo di primaria importanza per promuovere il turismo in regione: con lo speciale Piano del Paesaggio, le istituzioni locali mirano ad ottenere questo risultato.
Nonostante le cose stiano procedendo nella direzione opposta, per quanto riguarda la realizzazione del TAP, l’amministrazione di Melendugno ha deciso di bloccare i primi lavori del cantiere del gasdotto.
Tra le tante aree naturali splendide che si trovano nella nostra regione, c’è quella di Torre Guaceto: uno scarico fognario “provvisorio”, però, ha suscitato la rabbia della cittadinanza, che si è attivata contro questa soluzione inconcepibile.
È una Puglia determinata a resistere e a giocare tutte le carte che ha disposizione, quella che si oppone alla realizzazione dei progetti del TAP a San Foca e del Tempa Rossa alla raffineria Eni di Taranto.
La tutela del Parco del Gargano fa passi avanti: tra la procura a l’amministrazione del parco, infatti, è stata siglata una convenzione per demolire degli abusi edilizi presenti all’interno dell’area protetta.
Anche a Taranto non sembra esserci molto margine per delle trattative a favore della realizzazione del progetto Tempa Rosso: il comune intende infatti ostacolare in tutti i modi possibili i piani della Raffineria Eni.
La Puglia ha investito molto sull’energia rinnovabile e non ne vuole sapere delle trivellazioni: questi, in sostanza, sono gli argomenti sottoposti a Renzi contro la ricerca del petrolio in mare.