L’Acquedotto di Puglia non sarà pubblico
Dopo un lungo iter che ha visto la Regione Puglia attiva in prima persona per tentare di trasformare l’Acquedotto di Puglia in una struttura di proprietà pubblica, ora, arriva la pronuncia della Consulta su un ricorso presentato dall’allora Governo Berlusconi, che cambia nuovamente le carte in tavola: l’Acquedotto di Puglia, in linea di principio, non può essere acquisito dalla Regione tout court, perché sulla decisione gravano competenze del Governo centrale, come ad esempio circa la concorrenza e la tutela ambientale.
Le ragioni del diniego della Consulta
La Consulta ha ritenuto che la Regione Puglia, nel decidere di gestire l’Acquedotto di Puglia con un ente regionale, abbia deciso autonomamente su una questione di competenza statale: questa decisione, inoltre, sottrae all’Aqp S.p.A. la gestione della struttura, andando la delibera regionale a sostituire il decreto legislativo del Governo D’Alema che ha istituito la spa. L’acquisizione dell’Acquedotto di Puglia, inoltre, prevedeva l’assunzione tacita del persone dell’Aqp S.p.A. nell’ente regionale chiamato a gestire la struttura, in contrasto con il principio dell’assunzione dei dipendenti per concorso pubblico. Per ora, l’Acquedotto di Puglia resta una spa gestita dalla Regione Puglia.