cria il traditore - leggende del Salento - Laterradipuglia.it

Regaliamoci oggi una pagina dedicata ad una leggenda pugliese e conosciamo meglio l’enigmatica figura di Cria il traditore, che ha lasciato il segno nella storia della cittadina di Avetrana così come in quella della vicina San Pancrazio. 

Chi era Cria il traditore, quando e dove ha vissuto

La leggenda di Cria il traditore affonda le sue origini nel Salento nel periodo storico in cui, come ben sapete, i Turchi si accanivano con ripetuti attacchi verso le coste della penisola, con l’obiettivo di prenderne il possesso. Attacchi che provenivano via mare, e che nel 1480 trovarono finalmente compimento lasciandoci una delle pagine della storia del Salento tra le più sofferte e sanguinose: ci riferiamo naturalmente all’assedio di Otranto, che durò circa un mese (dal 28 luglio al 14 agosto 1480) e portò alla presa della città.

Dopo l’assedio di Otranto, i Turchi cominciarono a prendere possesso dell’intera penisola salentina, spostandosi via terra ma anche organizzando altri attacchi via mare. In quel periodo viveva in quel di Avetrana il giovane Cria. Era un giovane docile e romantico, fortemente innamorato della sua amata, con la quale aveva in programma di convolare a nozze. Un giovane che mai avrebbe fatto male ad una mosca, e che amava trascorrere il suo tempo tra lavoro e famiglia.

Tutto ebbe inizio con una delusione d’amore

Un bel giorno, però, giunse all’orecchio di Cria che la sua amata lo tradiva con un altro, e si prendeva anche gioco di lui, della sua bontà d’animo e della sua ingenuità. La delusione fu cocente, a tal punto che Cria cambiò dal giorno alla notte. Divenne un uomo cattivo e crudele, assetato di vendetta e dal cuore ricolmo d’odio e livore. Questi sentimenti svilupparono in Cria un odio profondo persino verso la sua terra natìa.

Decise dunque di imbarcarsi e partire per altri lidi. Per un po’ di lui non si seppe più nulla, e la vita al paese proseguì come sempre. Ma una notte, pochi anni dopo l’assedio di Otranto, nel 1547, 5 enormi galeoni turchi si avvicinarono alla costa puntando proprio verso Avetrana. Alla guida dei soldati ottomani, vi era proprio Cria, assetato di vendetta e di sangue.

Cria il traditore risparmia Avetrana all’ultimo momento

Quando le galee giunsero a ridosso della costa, Cria udì i suoni, i canti, le risate e i rumori che aveva sepolto a forza nella memoria per lunghi anni. E ricordò i bei tempi andati, la famiglia, gli amici, il canto dei contadini del Salento al lavoro, il profumo del pane appena sfornato. Poteva davvero fargli tutto questo male? E fu così che, con un pretesto, cambiò la rotta, e condusse i saraceni verso San Pancrazio, risparmiando Avetrana.

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Come finì la storia di Cria il traditore

Se vi immaginavate un lieto fine romantico per questa storia, purtroppo siete fuori strada. Cria il traditore, fece una fine poco piacevole. Giunto a San Pancrazio, fu trucidato a morte con frecce e pietre. All’interno della chiesa di Sant’Antonio proprio a San Pancrazio Salentino potete visionare ancora oggi un affresco che mostra l’attacco turco così come la morte di Cria il Traditore.