Se amate la Puglia ed avete avuto modo di visitarla almeno una volta nella vita saprete che in tutto il Salento e in tutta la Valle d’Itria non è infrequente imbattersi in piccole o grandi costruzioni in pietra edificate interamente a secco. Alcune di esse sono ancora integre, di altre ne rimangono solamente alcune porzioni. In Salento, in particolar modo, queste costruzioni in pietra sono indicate con il nome di “specchie”. Pensate che esiste persino un paesino (davvero incantevole, peraltro) che porta il nome di Specchia. Come sempre accade, anche intorno alle specchie si sono venute a creare non poche leggende. Quante creature misteriose e folkloristiche hanno abitato nel tempo ed abitano ancora oggi questi pittoreschi luoghi rurali! Folletti, elfi, creature del bosco, fantasmi, tesori nascosti e persino Satana in persona. Eh si, proprio lui. Poteva mancare? Naturalmente no. E allora scopriamo assieme la leggenda della Specchia dei Mori.
Secondo la leggenda nei pressi della Specchia dei Mori, che si trova più o meno nelle campagne tra Martano e Caprarica, si troverebbe un tesoro. Ergo, quello che in Salento è definito un’archiatura. Per archiatura si intende un tesoro spesso fatto ritrovare dallo spirito un parente defunto, da un misterioso elfo (a patto che si riuscisse a sfilargli il cappello dalla testa) o, ancora, dal diavolo in persona. Naturalmente le archiature nelle mani del Diavolo sono quelle più ricche ed interessanti, ma anche più insidiose e pericolose. C’è chi ha dovuto vendersi l’anima per recuperare un’archiatura del diavolo!
Detto questo, dovete sapere che il tesoro custodito nei pressi della Specchia dei Mori sarebbe proprio un tesoro custodito da Satana in persona. Si tratterebbe di una scultura d’oro puro, avente le sembianze di una gallina con i suoi dodici pulcini. Ma difficilmente Satana fa avvicinare chicchessia al tesoro in questione ed anzi scatena terribili maledizioni nei confronti di chiunque provi ad avvicinarsi al bottino scintillante. Sicché la gallina con i dodici pulcini d’oro giacciono nei paraggi della specchia da secoli, senza che nessuno riesca a mettervi le mani. Inequivocabile il riferimento simbolico a Gesù ed ai dodici apostoli, catturati dal demonio ed in sua custodia sino a tempo indeterminato.