E’ di questi giorni l’allarme di Coldiretti Puglia, che a seguito del report Frantoio Italia, redatto dall’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, ci ricorda di fare attenzione all’olio di oliva che mettiamo nel carrello quando facciamo la spesa. Come? Leggendo l’etichetta, naturalmente. Ecco i motivi, e che cosa segnala il report in questione.
La Puglia registra un +51% di olio straniero nei suoi magazzini
Stando ai contenuti del report sopracitato, dunque, la Puglia (e forse non solo la Puglia) si prepara ad immettere sul mercato sempre maggiori quantità di olio importato o per lo meno di miscele di olio locale ed olio importato. Un fatto allarmante ma pur tuttavia non illegale, rispetto al quale, ad ogni modo, Coldiretti sente l’esigenza di mettere in guardia il consumatore. Attenzione alla lettura attenta delle etichette. Laddove sull’etichetta, in piccolo e sul retro, si legga “miscela di oli di oliva comunitari e non comunitari” oppure “miscela di oli di oliva non comunitari”, è evidente che parte o tutto del contenuto della bottiglia non sia autenticamente ed originariamente pugliese.
Come mai proprio la Puglia ricorre all’olio non comunitario?
I motivi per i quali alcuni produttori pugliesi ricorrono talvolta alle contaminazioni di olio locale con olio d’importazione sono innumerevoli. Da una parte c’è una fascia di consumatori attratta dalle offerte a basso (anzi bassissimo) costo e poco disposta a pagare il giusto prezzo al litro per l’olio pugliese. Insomma, desiderano un buon olio pugliese ma di fatto non sono disposti a pagarlo il giusto. Queste tipologie di blend sono dunque la risposta ad questo tipo di esigenza del mercato.
Dall’altro, invece, c’è una nutrita fascia di consumatori attenta e bene informata, che legge le ricerche scientifiche in merito ai benefici dell’olio di oliva, che è sensibile ai temi della salute (ancor più a seguito dell’emergenza Covid), e che intende mettere in tavola un buon prodotto per prendersi cura del benessere della propria famiglia. Tutti i giorni. Una tendenza in costante crescita, che spinge il mercato a far fronte a produzioni dai volumi sempre più ingenti. E non solo in Italia.
Diamo qualche numero:
- 9 famiglie italiane su 10 consumano olio extravergine di oliva tutti i giorni
- il 20% dell’olio di oliva italiano è pugliese, in virtù dei 60 milioni di olivi pugliesi che occupano una superficie di 383.650 ettari
- in Italia si consumano ogni anno in media 504 milioni di chili di olio di oliva, un dato che fa del nostro paese il primo consumatore al mondo di olio di oliva
- seguono la Spagna con 483 milioni di chili e gli Stati Uniti con 320 milioni di chili
Come acquistare olio pugliese consapevolmente
Ecco dunque, in conclusione, alcuni consigli per acquistare olio pugliese consapevolmente:
- leggere con attenzione le etichette, incluse le diciture più piccole
- diffidare dai prezzi troppo bassi, il prezzo al litro dell’olio pugliese non può essere troppo basso, se lo è conviene insospettirsi
- diffidare altresì delle offerte promozionali messe in atto dalla grande distribuzione
- osservare con attenzione le confezioni: molte aziende le realizzano fortemente simili tra di loro per confondere il consumatore
- acquistare direttamente dai produttori o da piccoli marketplace locali di nicchia