Breve storia del Castello di Bari
Il Castello Normanno-Svevo si trova ai margini della Città Vecchia di Bari. Si tratta di una struttura piuttosto imponente, sorta probabilmente sulle rovine di un’antica fortificazione. La parte più antica del castello è Normanna e risale al 1132. Fu Ruggero II infatti ad ordinarne l’edificazione, ma poco dopo, nel 1156, la struttura fu gravemente danneggiata durante la distruzione totale della città ad opera di Guglielmo il Malo. Sarà Federico II di Svevia, nel 1233, a ordinare che il castello venisse riedificato totalmente. In epoca angioina, sotto Ferdinando d’Aragona, la struttura del castello subì alcuni rimaneggiamenti: in quel periodo il castello fu offerto in dono agli Sforza. Durante il regno delle due Sicilie il castello divenne una caserma ed una prigione.
Caratteristiche attuali del castello Normanno-Svevo di Bari
Il castello come lo possiamo osservare oggi presenta l’antico fossato medioevale sui tre lati non anticamente bagnati dal mare. Il lato settentrionale non presenta il fossato proprio perchè anticamente vi era proprio il mare. L’assetto difensivo del castello, con gli imponenti bastioni a forma di lancia, pensati per difendersi da qualunque tipo di attacco esterno.
Dove la storia ha lasciato il segno
In realtà, a ben pensarci, si tratta, come spesso accade, di un castello che accoglie al suo interno un altro castello e un altro ancora. Un insieme di strutture recante le tracce di epoche e vicende storiche differenti, che si sono susseguite nell’arco di lungo tempo. Riusciremo dunque ad identificare le tracce del castrum romano, sui resti del quale sorge il castello, della struttura difensiva di epoca medioevale, e ancora della splendida reggia rinascimentale che esso fu durante il periodo Sforzesco.
Federico II di Svevia
Come detto, la prima edificazione del castello fu Normanna. La collocazione della struttura, protesa sul mare, all’estremità della città vecchia, era volta al controllo totale del mare e del territorio: difendere la città e controllarla, insomma. Due obiettivi in una mossa sola. L’impronta residenziale, elegante e rappresentativa offerta dal castello fu invece il tratto distintivo dell’influenza di Federico II di Svevia. L’aquila che stringe una preda tra i suoi artigli scolpita sopra il portale fu proprio voluta dal puer apuliae con fine autocelebrativo e rappresentativo, così come lo sono l’elegante portico ed i bellissimi capitelli che decorano la parte interna del castello. Analogamente, alle minacciose ed imponenti torri medioevali, il sovrano fece aggiungere qualche apertura, quasi a voler strizzare l’occhio alla città.
La leggenda di San Francesco d’Assisi messo alla prova da Federico II di Svevia
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Si narra che presso il castello passò San Francesco d’Assisi, e che Federico II di Svevia volle mettere alla prova la sua fede e la sua integrità, sottoponendo il Santo alle provocazioni di una bella fanciulla. Ma il Santo fu irremovibile e non cedette alla tentazione carnale offerta dalla giovane.
Dagli spagnoli agli Sforza
Dopo il periodo Svevo, ci pensarono gli Spagnoli a restituire al castello l’austerità tipica di un edificio pensato per uno scopo difensivo. Passato in mano agli Sforza, invece, il castello divenne un edificio mondano, pensato per ricevere ed organizzare feste e cenacoli culturali.