Il ritrovamento dell’uomo di Altamura, nel 1993 in località Lamalonga, a due passi dalla splendida cittadina fondata da Federico II di Svevia, ha rappresentato un momento dalla straordinaria valenza storica, antropologica, archeologica e, non ultimo, geologica. Per la prima volta, infatti, un uomo di Neanderthal è giunto sino ai giorni nostri pressoché intatto, conservato perfettamente, quasi incastonato nella roccia calcarea (a testa in giù, suo malgrado) che gli ha fatto da tomba per 150mila anni (migliaio di più, migliaio di meno). Dal 1993 ad oggi, gli studiosi non hanno mai smesso di osservarlo, studiarlo ed analizzarlo: per raccontarci chi eravamo, come vivevamo, che faccia avevamo. E nonostante nel 2017 un team di studiosi sia riuscito a realizzare una riproduzione altamente fedele e dalle proporzioni realistiche di come doveva essere l’uomo di Altamura, oggi l’obiettivo è quello di superare questo risultato. Ma alcuni geologi hanno detto no. Scopriamo insieme che cosa è successo.
Rimuovere l’uomo di Altamura dalla sua sede? No grazie
Quello della rimozione dell’uomo di Altamura dalla sua sede è un argomento che ogni tanto ritorna, ma che immancabilmente viene accantonato alla luce del parere negativo di alcuni esperti. Già nel 2015 era stata indetta una Gara d’Appalto per la fornitura di materiali e di servizi con l’obiettivo di dar vita al modello in 3D dell’uomo di Altamura (eseguito poi nel 2017) che includeva anche la rimozione dello scheletro dalla sua sede. L’ipotesi di rimozione dunque era stata già formulata e messa nero su bianco in quell’occasione, ma è poi di fatto divenuta un vero e proprio caso a metà tra il mediatico ed il politico. Un caso che è ritornato alla ribalta anche di recente, quando di nuovo un team di ricercatori ha avanzato la proposta di togliere il cranio dell’uomo di Altamura dalla sua sede per procedere ad una serie di analisi più approfondite. Di fatto, il cranio è l’unica parte totalmente indipendente e slegata dal resto del corpo, che invece è stato inglobato ed assimilato alla roccia calcarea. La sua rimozione non sarebbe poi così difficoltosa, in fondo, ma sicuramente altamente rischiosa. Sarebbe un vero peccato danneggiare il reperto durante l’estrazione. Inoltre, se lo scheletro si è conservato perfettamente sino ad oggi, lo deve anche alle condizioni ambientali, chimiche e microclimatiche presenti proprio all’interno della grotta nella quale è “prigioniero” ed ha trovato la morte 150 mila anni fa. Condizioni che non possono essere ignorate o rimosse semplicemente portando parte del reperto al di fuori della grotta, peraltro, che è custode e testimone di un’opera di conservazione davvero unica nel suo genere.
Uomo di Altamura fuori dalla grotta? La risposta è no
Alla luce di queste osservazioni un team di geologi dell’Università di Bari, gli esperti del Parco dell’Alta Murgia e della Società Italiana di Geologia Ambientale hanno detto ancora una volta no all’ipotesi di rimozione del cranio dell’Uomo di Altamura dalla sua sede. Non sappiamo dirvi se sarà una storia senza fine o se questo è l’epilogo di una polemica che va avanti ad alcuni anni. Certo è che qualora il reperto sia estratto dalla sua sede, sarà necessario mettere in atto una lunghissima serie di meticolosissime procedure volte a far sì che esso sia collocato in un luogo dove ritrovi le condizioni ambientali e microclimatiche nelle quali ha “soggiornato” sino ad oggi. Ne varrà davvero la pena? Ai posteri l’ardua sentenza.