La Grotta dei Cervi è uno dei luoghi che raccontano tramite immagini il passato di una terra che non finisce mai di stupire, il Salento. E non ci riferiamo ad un passato recente, bensì al Neolotico. Conosciamola assieme.
Un tesoro risalente al Neolitico, tra terra e mare
Siamo dunque a pochi metri dalla celebre insenatura naturale di Porto Badisco, dove leggenda vuole che sia approdato Enea in fuga da Troia. Qui, pochi metri a nord del leggendario approdo, si trova una grotta. Siamo 26 metri al di sotto del livello del mare, e c’è una grotta che si è addirittura guadagnata l’appellativo di Cappella Sistina della Preistoria. Eh si, perchè al suo interno non ci sono pochi graffiti, ma un vero e proprio complesso pittorico, risalente proprio al Neolitico.
Cosa raffigura il complesso pittorico della Grotta dei Cervi?
All’interno della Grotta dei Cervi si trova un ciclo di pittogrammi risalenti al periodo Neolitico, quando appunto l’uomo abitava queste grotte. Siamo dunque tra il 4mila e il 3mila a.C. I pittogrammi, scoperti casualmente da un gruppo di speleologi esperti negli anni Settanta del Novecento, sono addirittura 3mila. Alcuni di essi potrebbero addirittura risalire ad un periodo anteriore, tra i 5mila e gli 8 mila anni a.C.
I pittogrammi raffigurano figure mistiche, figure umane, mani, animali. Vi è persino un pittogramma raffigurante un uomo con piedi palmati. E poi, vi è un ciclo raffigurante la caccia ai cervi, da cui il nome della grotta, precedentemente chiamata la grotta di Enea. Molti di essi sono stati eseguiti usando come “inchiostro” il guano dei pipistrelli.
Il pittogramma di Dio che balla
Uno dei pittogrammi più noti della Grotta dei Cervi è il Dio che Balla, divenuto un po’ il simbolo del Salento, spesso raffigurato nelle tshirt in vendita nelle località turistiche. In realtà, sembra essere la raffigurazione di uno sciamano.
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E’ possibile visitare la grotta dei Cervi oggi?
La grotta dei Cervi non è un luogo dove si organizzano visite guidate. E’ un luogo altamente tutelato in quanto la presenza umana potrebbe condurvi microorganismi e batteri capaci di deteriorarne la bellezza. Vi possono accedere solamente speleologi esperti e giornalisti (tra i più noti ricordiamo Alberto Angela), previa richiesta ufficiale. Qualora abbiate il permesso di scendere nella grotta (e vi avvertiamo che vi faranno disinfettare le suole delle scarpe e che non sarà una passeggiata), sarete comunque accompagnati da speleologi esperti ed autorizzati.
Dove vedere le pitture rupestri della grotta dei Cervi se non nella grotta?
Presso il Castello Aragonese di Otranto è allestita una mostra permanente dove sono esibiti i reperti ritrovati nella grotta e dove è possibile visionare un video in 3d che mostra la grotta ed i pittogrammi. Decisamente meno avventuroso ma ugualmente d’effetto.