Prezzo dell’olio extravergine di oliva altissimo! Come mai?
E’ sotto gli occhi di tutti – consumatori finali ed acquirenti business – l’incessante ed apparentemente inarrestabile aumento dei prezzi dell’olio extravergine di oliva. Un prodotto che oramai italiani e non solo amano portare in tavola nel quotidiano, consapevoli della sua bontà così come della sua indiscussa qualità, capace di portare indubbi benefici anche sul piano della salute cardiovascolare e della protezione antitumorale. Ma come mai è ogni giorno più caro? Cosa si nasconde dietro questa escalation? Scopriamolo di seguito assieme.
Una tendenza già in atto da qualche anno
I costi energetici hanno un loro peso sul prezzo dell’olio extravergine
L’aumento dei prezzi dell’olio extravergine di oliva è una tendenza che gli addetti ai lavori e i consumatori più attenti avevano già notato da qualche anno a questa parte. Una tendenza che oggi è invece più che mai è evidente. Le ragioni sono differenti: in primis, è necessario prendere in considerazione le tendenze economiche globali del periodo storico attuale: i costi energetici non stanno impattando solamente le economie delle famiglie italiane ed europee, ma anche l’industria e l’agricoltura.
A livello agricolo, i costi per il pompaggio dell’acqua e del gasolio agricolo sono sempre più elevati. Senza contare che la produzione di olive non può prescindere dall’acquisto di una serie di prodotti fitosanitari che a loro volta hanno subito dei rincari abbastanza evidenti. Questi rincari si riflettono sia sul prodotto finale che il consumatore acquista per uso domestico, sia a livello di acquisto all’ingrosso dell’olio extravergine.
Anche la raccolta è in ribasso
Il secondo fattore da prendere in considerazione del prezzo dell’olio extravergine di oliva non riguarda i costi di produzione, ma le quantità di prodotto che i paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo riescono a produrre. Le tendenze in atto a livello climatico, con una sempre maggiore siccità ed un clima a tendenza torrida hanno portato ad una riduzione progressiva della capacità produttiva delle piante di ulivo un po’ ovunque. A tal punto che quasi tutti i paesi, inclusa la Spagna che tradizionalmente trainava il mercato detenendo di fatto il primato per produzione di olio extravergine e per giro d’affari, hanno dovuto attingere alle loro giacenze per sopperire alla richiesta dei consumatori.
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Oggi alcuni paesi come il Marocco hanno chiuso del tutto le esportazioni del prodotto finito, non riuscendo quasi a soddisfare la domanda interna. La prospettiva futura sarà di un altro anno se non due di sofferenza del mercato in generale, con ulteriori aumenti sul fronte dei costi nei mesi a venire. Ci vorrà tempo, difatti, non solo per ristabilire livelli produttivi accettabili, ma anche per rifornire le giacenze andate vendute sino ad ora.