Recentemente, la Regione Puglia ha annunciato una collaborazione con Amazon per sostenere la digitalizzazione e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese (PMI) del territorio. Questa decisione, apparentemente mirata a favorire l’innovazione e l’apertura ai mercati esteri, ha sollevato non poche perplessità e critiche tra gli imprenditori locali e gli osservatori del settore.

La Partnership Amazon e Regione Puglia

Secondo quanto riportato, la collaborazione prevede che Amazon metta a disposizione delle PMI pugliesi strumenti e risorse per migliorare la loro presenza online e incrementare le vendite internazionali. In particolare, il colosso dell’e-commerce fornirà supporto tecnologico e consulenze specialistiche per aiutare le imprese locali a ottimizzare le loro strategie digitali.

L’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci, ha dichiarato che questa iniziativa rappresenta un nuovo strumento per rendere le imprese competitive sui mercati nazionali e internazionali, offrendo loro nuove opportunità tramite l’eCommerce e una adeguata formazione. Secondo Delli Noci, sbarcare su una piattaforma conosciuta come Amazon e promuovere il Made in Puglia è una buona occasione per un territorio dinamico come la Puglia.

Le Critiche alla Decisione

Nonostante le intenzioni dichiarate di promuovere la crescita delle PMI, questa scelta della Regione Puglia appare a molti come un modo per favorire una multinazionale già fortemente dominante nel mercato globale.

  1. Commissioni Elevate: Le commissioni applicate da Amazon sono spesso considerate esorbitanti. Questi costi aggiuntivi possono ridurre significativamente i margini di profitto delle piccole imprese, già messe a dura prova dalla concorrenza globale e dalle pressioni economiche locali.
  2. Mancanza di Trasparenza: La trasparenza delle pratiche commerciali di Amazon è stata più volte messa in discussione. Molti imprenditori temono che la mancanza di chiarezza nei termini e nelle condizioni possa ulteriormente danneggiare le PMI, che si trovano a dover navigare un sistema complesso e spesso poco favorevole.
  3. Fuga di Capitali: I profitti generati dalle vendite su Amazon difficilmente rimarranno in Italia. La multinazionale ha una struttura fiscale che le consente di ridurre al minimo le imposte pagate nei singoli Paesi, portando i guadagni altrove e impoverendo ulteriormente l’economia locale.
  4. Dipendenza da una Multinazionale: Affidarsi a Amazon significa aumentare la dipendenza da una singola piattaforma, il che può rivelarsi estremamente rischioso. Qualsiasi cambiamento nelle politiche di Amazon può avere un impatto devastante sulle PMI, che rischiano di trovarsi senza alternative valide.

Concorrenza Sleale

In Italia, ogni anno, un’impresa deve fare i conti in media con 238 ore di adempimenti fiscali e 14 scadenze di pagamento, finendo per lasciare all’Erario circa il 59% dei propri profitti commerciali. Amazon, invece, avendo la propria sede fiscale in Lussemburgo, paga zero tasse in Europa, come riportato dal The Guardian. Questo determina una situazione di concorrenza sleale su cui la Commissione europea sta indagando, rappresentando un ulteriore ostacolo per le imprese che vogliono vendere i propri prodotti sui loro siti web. Inoltre, ci sono preoccupazioni riguardo al presunto sfruttamento dei lavoratori da parte di Amazon, che contribuisce a mantenere bassi i costi per il colosso.

Le Voci di Protesta

Contro le “condizioni fiscali agevolate” di cui Amazon gode protesta anche Confesercenti. Mauro Bussoni, segretario generale dell’associazione, ha dichiarato a TPI: “Ci sono regole sperequate, Amazon ha opportunità e vantaggi maggiori rispetto agli esercizi fisici. C’è bisogno di un riequilibrio”.

Questa disparità di trattamento è percepita come un problema non solo in Italia. In Francia, durante il Black Friday 2020, è partita una campagna di boicottaggio di Amazon supportata dalla sindaca di Parigi, Anne Hidalgo. Negli Stati Uniti, un gruppo di PMI, le Small Business Rising, chiede che ad Amazon venga vietato di vendere prodotti a suo marchio in concorrenza con quelli degli altri rivenditori.

LEGGI ANCHE  Nuova Legge Regionale sui B&B puglia, proposte di Assoturismo

Amazon e i Suoi Rivenditori

Leonardo C., responsabile vendite di un’azienda toscana, ha spiegato come Amazon può arrivare a strozzare i suoi stessi rivenditori. Le commissioni sulle transazioni, che variano dall’8% al 15%, vengono calcolate non solo sull’imponibile, ma anche sull’IVA e sulle spese di spedizione, costringendo i rivenditori ad alzare i prezzi. Tuttavia, la concorrenza sulla piattaforma premia chi ha i prezzi più bassi, portando alcune aziende a vendere sottocosto.

Inoltre, le regole di Amazon tutelano molto il compratore e quasi nulla il venditore. “Amazon è un sito pensato per i produttori più che per i distributori: chi realizza un prodotto può venderlo a un prezzo basso, ma chi lo compra e deve rivenderlo non ha abbastanza margini”, osserva Leonardo.

Amazon: Un Colosso che Strozza i Venditori

In una inchiesta di Report ha svelato come Amazon operi in modo da soffocare i piccoli venditori. Le pratiche adottate dal gigante dell’e-commerce includono commissioni esorbitanti, politiche di resale punitive e un controllo soffocante sui prezzi e sulla visibilità dei prodotti. Questa strategia mette i piccoli rivenditori in una posizione di debolezza, costringendoli ad adeguarsi a regole stringenti e spesso svantaggiose. Inoltre, i venditori devono affrontare una concorrenza spietata con i prodotti a marchio Amazon, che spesso beneficiano di una visibilità maggiore e di condizioni più favorevoli. Questo scenario dipinge un quadro preoccupante per le PMI pugliesi che, sotto la guida dell’assessore Delli Noci, si vedono spingere verso una collaborazione che potrebbe rivelarsi più dannosa che vantaggiosa.

Una Vergogna per la Promozione Locale

Come azienda pugliese che vende online e promuove la nostra regione, ci sentiamo traditi da questa decisione. Mentre noi contribuiamo attivamente al bilancio regionale, pagando tasse e creando posti di lavoro, vediamo che le istituzioni locali preferiscono agevolare un gigante del commercio elettronico. È una vergogna che si promuovano servizi di questo genere, a scapito delle realtà locali che sono il vero tessuto economico del territorio.

Una Politica Priva di Idee

Questa decisione evidenzia una politica priva di idee, strumenti e iniziative, che si mette nelle mani della multinazionale di turno piegandosi in modo superficiale senza pensare o coinvolgere le aziende locali. Amazon, con le sue donazioni simboliche, come quella di un parco giochi inclusivo alla città di Lecce, cerca di mostrarsi attenta alle esigenze locali. Tuttavia, basterebbe che Amazon pagasse le tasse giuste in Italia e rispettasse i commercianti locali. La politica dovrebbe lavorare seriamente per garantire una libera concorrenza e non delegare ad Amazon compiti che competono alle istituzioni.

Conclusione

È essenziale che le politiche regionali siano orientate a supportare e valorizzare le imprese locali, piuttosto che spingerle nelle braccia di multinazionali che possono soffocarle con commissioni elevate e pratiche poco trasparenti. Speriamo che la Regione Puglia riconsideri questa decisione e trovi modi più sostenibili e vantaggiosi per aiutare le PMI a crescere e prosperare.

In conclusione, mentre le intenzioni possono essere nobili, è fondamentale valutare le conseguenze a lungo termine di tali scelte. Le PMI pugliesi meritano un sostegno che le rafforzi veramente, senza esporle a rischi ulteriori e senza arricchire ulteriormente chi già detiene un potere economico spropositato.