Renata Fonte, figura di spicco nella politica e nell’ambientalismo del Salento, fu assassinata il 31 marzo 1984 per il suo impegno nella difesa del territorio di Porto Selvaggio. All’epoca, questo splendido parco naturale rischiava di essere lottizzato. Renata, consigliera comunale di Nardò, si oppose con determinazione a questi progetti, pagando con la vita il suo coraggio. Renata Fonte riassunto della sua vita e della sua lotta è un esempio di dedizione e coraggio.
La situazione locale negli anni ’80
Negli anni ’80, il Salento era un territorio segnato da speculazioni edilizie e dalla nascente influenza della Sacra Corona Unita. La criminalità organizzata iniziava a infiltrarsi nella politica locale, approfittando della mancanza di regolamentazione e del desiderio di rapida urbanizzazione. In questo contesto, le pressioni per la lottizzazione di aree naturali come Porto Selvaggio erano fortissime. Renata Fonte si trovò a combattere contro un sistema corrotto e pericoloso, cercando di preservare la bellezza naturale della sua terra per le future generazioni.
Renata Fonte: una combattente
In questo clima di corruzione e malaffare, Renata Fonte, giovane insegnante e madre di due figlie, si distinse per il suo coraggio e la sua integrità. Eletta a sorpresa nel 1982 nelle liste del Partito Repubblicano Italiano, divenne assessore alla cultura e alla pubblica istruzione del comune di Nardò. Si batté strenuamente contro la lottizzazione e la speculazione edilizia di Porto Selvaggio, un’area che lei voleva preservare per le future generazioni.
Renata utilizzava i microfoni della piccola emittente locale, Radio Nardò 1, per veicolare la sua lotta per la legalità, la democrazia e la giustizia. Le sue azioni portarono alla modifica del Piano Regolatore, che avrebbe permesso la speculazione edilizia del parco. A causa della sua opposizione, ricevette minacce e pressioni, che però non la fermarono. Renata Fonte fu un esempio di integrità e determinazione, sempre pronta a lottare per ciò in cui credeva. Renata Fonte frasi celebri includevano parole di incoraggiamento e determinazione, riflettendo il suo spirito indomito.
L’omicidio e i responsabili di Renata Fonte
La sera del 31 marzo 1984, Renata Fonte fu assassinata con tre colpi di pistola mentre tornava a casa dopo un consiglio comunale. Gli esecutori materiali dell’omicidio furono Giuseppe Durante e Marcello My, mentre il mandante fu Antonio Spagnolo, un collega di partito di Renata, primo dei non eletti alle elezioni amministrative. Altri coinvolti furono Mario Cesari e Pantaleo Sequestro, intermediari tra i sicari e il mandante principale.
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La morte di Renata Fonte fu un colpo duro per la comunità, che perse una delle sue voci più coraggiose e determinate. Chi ha ucciso Renata Fonte è una domanda che trovò risposta grazie alle indagini che portarono alla luce la verità sui mandanti e sugli esecutori del crimine.
Il Libro delle Figlie: Un Omaggio a Renata Fonte
Un’importante testimonianza della vita e del sacrificio di Renata Fonte è rappresentata dal graphic novel “Nostra madre Renata Fonte”, scritto da Ilaria Ferramosca e illustrato da Gian Marco De Francisco. Questo libro raccoglie i ricordi delle figlie di Renata, Sabrina e Viviana Matrangola, offrendo un ritratto intimo e commovente della loro madre. Le figlie descrivono non solo la lotta di Renata contro la speculazione edilizia, ma anche il suo ruolo di madre e moglie, mostrando il lato umano e familiare di una figura diventata simbolo di coraggio e resistenza.
Il libro esplora i sentimenti e le esperienze personali delle figlie, che condividono aneddoti e momenti vissuti con la madre, mettendo in luce il suo impegno nella difesa del territorio e nella protezione dell’ambiente. Attraverso le pagine del graphic novel, emerge l’importanza di preservare la memoria di Renata Fonte e di riconoscere il suo impatto duraturo sulla comunità e sull’ambiente. Le figlie, con il loro racconto, celebrano non solo il coraggio della madre, ma anche il suo amore per la famiglia e per la terra che ha tanto difeso.
Il parco di Porto Selvaggio oggi
Porto Selvaggio, grazie al sacrificio di Renata Fonte, è oggi un parco naturale protetto che conserva la sua bellezza incontaminata. Tuttavia, non porta ancora il suo nome, nonostante la sua lotta per preservarlo. È giunto il momento di riconoscere ufficialmente il suo contributo e dedicare questo luogo meraviglioso a una donna che ha sacrificato tutto per il bene comune. Renata Fonte marito e le sue due figlie continuano a portare avanti il suo ricordo e la sua missione di protezione ambientale.
Intitolare Porto Selvaggio a Renata Fonte sarebbe un giusto tributo a una vera eroina della giustizia e della salvaguardia ambientale. La sua storia ci ricorda l’importanza di difendere il nostro patrimonio naturale contro gli interessi privati e la criminalità organizzata. Renata Fonte vita e il suo sacrificio hanno lasciato un’eredità che deve essere celebrata e ricordata per sempre.