vini del Salento - La Terra di Puglia

Vini del Salento affinati sott’acqua? Che novità è questa? Chi produce vino, ne è appassionato o è un intenditore sa bene quanto sia delicato e fondamentale il processo di affinamento in botte. Famosissime sono le barriques francesi, ma anche le botti italiane, realizzate nei legnami più disparati, perfette per affinare vini, birre, grappe, donando sapore, carattere e spessore al prodotto finale. E’ tutta pugliese l’idea di dar vita a vere e proprie cantine subacquee, per affinare il delizioso vino pugliese sotto il fondale del ma Jonio. Siamo difatti nelle acque antistanti Porto Cesareo. Vediamo di scoprire nel dettaglio la notizia. 

Vini del Salenti affinati in cantine sottomarine: realtà o fantascienza?

Forse la notizia delle cantine sottomarine vi sembra una burla oppure una news più o meno fantascientifica. Eppure non lo è. Pensate che in Italia ci sono già altre regioni che dispongono di cantine sottomarine, e sono la Sardegna, la Liguria, la Toscana e l’Emilia Romagna. All’estero, anche Croazia e Grecia ne dispongono.

A voi un video interessante sul tema, relativamente a quanto in progetto anche nell’alto Adriatico per quanto riguarda l’affinamento del Prosecco. L’idea è la stessa applicata anche ai vini del Salento.

E in Puglia?

La Puglia ha pensato allo specchio di mare antistante la nota località turistica di Porto Cesareo. Si tratta di un’area marina protetta tra le più importanti a livello europeo. Una cantina vitivinicola salentina ha fatto dunque richiesta di poter depositare sui fondali – in via sperimentale – due ceste contenenti per l’appunto dei vini del Salento. Ciascuna cesta avrà un ingombro massimo di 1.5 metri cubi. L’idea sicuramente farà gola ad altre aziende vitivinicole che si accoderanno alla prima.

Pertanto, la giunta comunale ha deliberato un regolamento per i vini del Salento che subiranno un affinamento subacqueo

  • che ciascuna cantina possa disporre dello spazio occupato da 2 ceste per un ingombro massimo di 1.50 metri cubi
  • che ogni cesta debba essere provvista di una targhetta recante il nome dell’azienda titolare
  • che il permesso per depositare le casse di vino sul fondale abbia, di volta in volta, la durata di un anno
  • che le ceste debbano essere posizionate fuori dalle aree portuali e previa approvazione della Capitaneria di Porto di Gallipoli
  • che tutte le bottiglie di vini del Salento (o pugliesi) risultanti da tale attività debbano recare – in etichetta – la dicitura “affinata nell’area marina protetta di Porto Cesareo

Un’attività nuova ed interessante che sicuramente darà lustro e pregio ad un territorio la cui vocazione turistica è più che definita ed indubbia: non ci resta che attendere il tempo necessario, per scoprire quali vini del Salento saranno affinati sott’acqua e quale sarà il risultato finale a livello gustativo ed olfattivo.

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