Compie la bellezza di 30 anni una delle scoperte archeologiche più significative e stupefacenti avvenute in terra di Puglia. Ci riferiamo naturalmente all’uomo di Altamura, del quale abbiamo avuto occasione di parlare già in diverse occasioni sulle pagine di questo magazine dedicato alla cultura pugliese a tuttotondo.
Era il 7 ottobre del 1993 quando un gruppo di speleologi, in località Lamalunga, a due passi da Antamura, scopriva lo scheletro di quello che per tutto il mondo sarebbe diventato poi l’uomo di Altamura. Di fatto, si tratta di un uomo appartenente alla specie Homo Neanderthalensis, vissuto, pensate, la bellezza di 150 mila anni fa.
Un uomo che, stando alla posizione nella quale è stato rinvenuto, sarebbe maldestramente scivolato e caduto in un anfratto del terreno, rimanendovi incastrato, presumibilmente ferito, e trovando dunque la morte dopo breve tempo.
La rilevanza di questo ritrovamento in territorio di Altamura si esprime e percepisce su più piani: innanzitutto, lo scheletro è davvero molto ben conservato, complice il microclima perfettamente equilibrato e le condizioni nelle quali suo malgrado è rimasto intrappolato. In secondo luogo, la presenza di un uomo di Neanderthal in terra di Puglia è un indicatore prezioso riguardo la presenza di questa specie anche in questi territori.