I muretti a secco pugliesi sono la cifra distintiva di un paesaggio che colpisce e fa innamorare turisti e visitatori che ogni giorno – e soprattutto ogni estate – vi giungono con l’obiettivo di trascorrere qualche giornata di pieno relax e di vacanza. Non tutti sanno, tuttavia, che i muretti a secco sono anche Patrimonio UNESCO. Ora che lo sapete, quando transitate attraverso le campagne pugliesi, osservate meglio questi incantevoli muretti che sembrano quasi messi lì con casualità ed improvvisazione. Ed innamoratevi nuovamente del paesaggio che vi circonda. Ma conosciamoli meglio.
Li potete vedere un pò in tutta la Puglia e forse maggiormente nel Salento. Sono loro, i muretti a secco, una vera e propria opera d’arte e d’architettura che oltre ad assolvere a funzioni pratiche, ha anche uno straordinario valore estetico. E non a caso sono patrimonio Unesco. Pensate, secondo gli esperti i muretti a secco furono ideati dai Messapi i primi abitanti di queste terre. Non stupisce, dal momento che le primissime realizzazioni architettoniche che l’uomo abbia concepito (si pensi ai Dolmen, per fare un esempio su tutti), erano realizzate senza calce, semplicemente ammassando e accatastando pietre di dimensioni e forme differenti.
Ebbene, i muretti a secco appartengono alle grandi tradizioni portate avanti dai contadini pugliesi. Come detto, si tratta di bellissime costruzioni semplici ed eleganti al contempo, realizzate con soli blocchi di pietra e pur tuttavia resistenti alle intemperie e al tempo che avanza. I contadini pugliesi e i contadini del Salento usavano i muretti a secco per delimitare campagne e proprietà, per proteggere le colture dagli agenti atmosferici (questo accadeva in particolare lungo la costa, a ridosso del mare) e per separare le zone adibite al pascolo degli animali a quelle adibite all’agricoltura. Alcuni muretti a secco sono edificati per riparare i territori dai lupi, che ancora oggi talvolta capita di incontrare, (anche se molto meno di un tempo): sono i muri paralupi. Ancora, menzioniamo i paretoni, muri a secco particolari, realizzati con grosse pietre piatte nella loro parte superficiale, anche questi per proteggere l’interno dalle incursioni di animali selvatici.
Il paritaru, l’esperto nell’edificazione dei muretti a secco del Salento
Pensate, se i primi muretti a secco erano più o meno improvvisati, mano a mano che il tempo avanzava i contadini pugliesi diventavano sempre più esperti nella loro realizzazione. A tal punto che cominciò ad esistere persino un mestiere, quello del paritaru (da parite, che significa parete, in dialetto salentino, appunto).
Insomma, grazie ad una sempre maggiore specializzazione, i muretti inventati dai messapi cominciarono a diventare sempre più accurati e sofisticati. Osservate anche voi i bellissimi muretti a secco pugliesi: nella parte bassa non faticherete ad identificare due file di massi particolarmente spessi e grossi, e mano a mano che si sale verso l’alto invece si vanno ad incastonare quelle più piccole.
Utili ma anche belli: alla scoperta dei muretti a secco
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Oggi i muretti a secco abbelliscono e delimitano i territori rurali pugliesi con la delicatezza e l’eleganza di un ricamo eseguito al chiacchierino. Straordinariamente bianchi su uno sfondo fatto di cielo blu, di terra rossa e ulivi di un bel verde intenso e cupo, sono la cornice che mancava alla foto ricordo che il turista non manca mai di scattare prima di far ritorno a casa.