Ormai è noto e risaputo che l’olio pugliese è un prodotto buono e sano. Che è ricco di antiossidanti, che aiuta a tenere pulite le arterie, e che previene problemi cardiovascolari oltre che patologie legate all’invecchiamento cellulare. Ma oggi vogliamo raccontarvi qualche curiosità sull’olio pugliese che forse non conoscete. Pronti? Eccole!
1 – Le olive non sono tutte uguali
L’olio pugliese non è olio pugliese e basta. Ne esistono di vari tipi, con riferimento al cultivar usato per produrre l’olio. In Puglia vivono infatti diverse tipologie di albero di ulivo. Anche se a colpo d’occhio sembrano tutti uguali, gli alberi di ulivo possono appartenere a varietà diversi. Le varietà più comuni in Puglia sono:
- Cellina di Nardò,
- Cima di Bitonto nota anche con il nome di Ogliarola Barese oppure di Ogliarola Garganica,
- Cima di Melfi,
- Frantoio,
- Ogliarola salentina nota anche con il nome di Cima di Mola),
- Coratina,
- Favolosa (la varietà maggiormente resistente alla Xylella, trapiantata appositamente in Puglia
- Leccina
- Peranzana
2 – Se non c’è un 70% di cultivar pugliese, non è olio pugliese!
L’olio pugliese può definirsi tale se è fatto per un 70% da uno o più cultivar tra quelli sopra elencati. Il restante 30% può provenire da altre varietà, purchè nazionali!
3 – Ha un delizioso profumo di erba appena tagliata
Tutti i cultivar pugliesi sono ricchi di esanale. Cosa sarà? Ebbene, si tratta di un composto organico che conferisce all’olio quel delizioso ed indiscutibile aroma di erba tagliata. Se prestate attenzione in fase di degustazione dell’olio pugliese, potrete sentire distintamente questo delizioso aroma. E vi accorgerete che forse in alcuni oli provenienti da altre regioni, è meno marcato.
Non vi resta che provare l’olio pugliese nelle sue varianti e degustarlo con attenzione alla luce di queste piccole nuove scoperte!
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