i contadini pugliesi - Laterradipuglia.it
Maggi Giovanni—foto Quarto Stato dopo servizio da Milano

I contadini Pugliesi sono da sempre i protagonisti silenziosi della storia di una regione che ha vissuto ed in gran parte tutt’oggi vive di agricoltura. Molto prima che la Puglia diventasse una regione dalla vocazione insistentemente e prettamente turistica, insomma, conviene sapere che sono state scritte pagine di storia decisive ed interessanti. Che vedono come protagonisti proprio i contadini pugliesi. Pagine cadute forse nel dimenticatoio, ma che a volte è bello, utile e formativo riscoprire e rileggere. Quella che ci accingiamo a narrarvi brevemente vede come protagonisti proprio i braccianti e i contadini pugliesi. Che, ad un certo punto nel tragitto della storia regionale appunto, dovettero emergere seppur minimamente dallo stato di semianalfabetismo nel quale erano adagiati ed imparare a firmare di loro pugno. Niente più crocette simboliche insomma, ma vere e proprie firme, a dichiarare e mettere nero su bianco la loro autodeterminazione

I contadini Pugliesi non sapevano nè leggere nè scrivere, e l’aspettativa di vita era molto bassa

Siamo dunque agli inizi del Novecento nel Tavoliere della Puglie. Qui, si lavorava duramente nei campi, si nasceva già predestinati al lavoro nei campi e si moriva anche molto presto. Pensate, la vita media degli abitanti di quelle zone era piuttosto breve ed era inferiore ai 33 anni che invece rappresentavano la media nazionale. L’analfabetismo era diffusissimo, la stragrande maggioranza della popolazione, inclusi i braccianti, non sapevano nè leggere, nè scrivere. Insomma, un delicato mix di sottocultura, analfabetismo e problemi di indole sanitaria, senza contare quelli di indole idrogeologica….

In questo contesto l’Italia si accingeva ad assumere poco per volta i contorni della nazione che noi tutti oggi conosciamo. Un percorso duro e faticoso, spesso pagato a caro prezzo, proprio a partire dai campi. E i contadini pugliesi non ne furono esenti. Al grido di “Braccianti di tutto il Sud, unitevi”, cominciarono proprio nel Novecento a prender forma delle forme di associazionismo contro i latifondisti ed i ricchi proprietari terrieri. La terra, insomma, doveva esser data a chi la lavorava con fatica da mattina a sera.

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E insomma proprio presso la sede della CGIL di Cerignola, nel cuore del Tavoliere delle Puglie, sorse in quel periodo una “Scuola della Firma”, dove i braccianti si recavano uno ad uno ad imparare a scrivere la loro firma. Una firma che sarebbe stata preziosa per ricevere e sottoscrivere l’assegnazione della terra. Non più la zappa insomma, ma la penna, come simbolo di autodeterminazione e di desiderio di riscatto da una vita di stenti e di fatiche mal pagate.

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