La storia che oggi vi raccontiamo ha luogo, in parte, nella bella città di Brindisi. Ma non solo: ci porta anche in Terra Santa, ai tempi delle Crociate. E’ la storia di due re, uno umiliato ed uno illuminato: conosciamoli assieme. Attenzione però: si tratta solamente di una leggenda, dal momento che re Luigi IX, Federico II di Svevia e Saladino sono vissuti in epoche totalmente differenti.
Siamo dunque ai tempi delle Crociate ed il protagonista di questo racconto è Luigi IX. Un re valoroso la cui fama non aveva confini. Un bel giorno però, nel corso di una battaglia in Egitto, il re fu costretto alla resa e dovette consegnarsi nelle mani del valoroso sultano Saladino. Saladino era un sovrano giusto ma al contempo noto per la sua spietatezza. Decise dunque di portare il giusto rispetto all’avversario, e gli propose un patto: gli avrebbe restituito la libertà in cambio di oro e argento. In realtà, la richiesta includeva non solo un milione di scudi, ma anche la Santa Eucarestia, che il re francese doveva lasciare in Terra Santa come pegno, e che avrebbe potuto ritirare al momento della consegna del “riscatto” richiesto.
Fu così che il sovrano tornò in Salento, dove ad attenderlo c’era un re illuminato, ovvero Federico II di Svevia. Che a sua volta non umiliò il sovrano francese e comprese la sua grande sofferenza. Diede dunque ordine di costruire appositamente una zecca e di produrre i denari necessari per ripagare opportunamente il sultano. Le nuove monete recavano da un lato l’incisione di un tabernacolo, dall’altro invece l’aquila sveva. Luigi IX fu quindi dotato del bottino e ripartì alla volta della Terra Santa, dove il sultano non potè far altro che apprezzare cotanta rettitudine e correttezza. Dall’alto della sua straordinaria magnanimità, decise dunque di rimandare in patria il sovrano francese, lasciandogli le monete e restituendogli le sue ostie consacrate.
Sfortunatamente, Luigi IX non era nel suo periodo più fortunato, tant’è che il vascello sul quale si imbarcò per far ritorno a casa fu investito da una violenta tempesta e finì per incagliarsi a Brindisi, in località Punta Cavallo. Il re dovette sbarcare e proseguire il viaggio a piedi, ma fortuna volle che l’arcivescovo Pietro III decise di mettergli a disposizione un cavallo. Il religioso gli andò incontro a cavallo di un destriero bianco riccamente bardato e corredato di uno sfarzoso baldacchino, e lo condusse in città, dove il sovrano francese fu accolto con tutti gli onori.
Ecco la leggenda della processione del cavallo parato
Da allora tutti gli anni in occasione del Corpus Domini ha luogo la processione del Cavallo Parato. E, se vi incuriosisce sapere che fine abbiano fatto le monete, è presto detto: tornarono (pare), nelle mani di Federico II, che le usò per fare una donazione ai cavalieri dell’ordine di Santa Maria di Prussia e per edificare il monastero di San Leonardo situato in quel di Manfredonia.