Non è la prima volta che raccontiamo fatti, storie e leggende relative alla carismatica figura di Federico II di Svevia. La protagonista del racconto di oggi è Selvaggia di Staufen, figlia illegittima del Puer Apulie, pur tuttavia da egli legittimata ed adorata forse al pari se non di più dei suoi figli legittimi. Ma scopriamo assieme la storia di questa giovane e cos’ha di così speciale.
Di chi era figlia Selvaggia di Staufen
Come sapete Federico II di Svevia ebbe 4 mogli legittime: Costanza d’Aragona, Jolanda di Brienne, Isabella d’Inghilterra e Bianca Lancia. Dalle mogli ebbe otto figli, più molti altri frutto di innumerevoli relazioni illegittime. Tra gli illegittimi si ricordano appunto Selvaggia, ma anche Biancofiore, Riccardo, Gherardo, Caterina da Marano e altri. Selvaggia di Staufen era figlia naturale dell’imperatore, avuta, con molta probabilità, da una parente di Bianca Lancia.
Un matrimonio combinato decisamente particolare
Siamo in quel di Castelpagano, in Puglia, nel maniero – oggi ridotto in rovina – voluto dal sovrano Federico II di Svevia per motivi ludici e culturali. La giovane Selvaggia ha appena 13 anni. Tiene con sé Pretor, un falcone al quale è molto affezionata. Dal padre la giovane ha ereditato una mente curiosa e brillante ed un forte interesse per la falconeria. Ha soli 13 anni, ripetiamo, quando Federico II le annuncia di aver concordato le sue nozze con un uomo: si tratta di Romano d’Ezzelino, Signore della Marca Trevigiana. Molto probabilmente Selvaggia non si aspettava di sposare un uomo così importante e così controverso. Ma il suo matrimonio ha un senso ben preciso per il padre, dalla cruciale valenza strategica e politica. Insomma, nessun fedele vassallo del padre, ma un uomo adulto, ben noto perchè Papa Alessandro IV lo ha additato come “la sventura di Dio”. E lo ha scomunicato senza pensarci troppo, organizzando persino una crociata contro la sua persona. Molti lo chiamano anche “il figlio del Demonio”, perchè narra leggenda che la madre l’abbia concepito proprio con Satana in persona. E che egli sia venuto al mondo con le sembianze di una gigantesca bestia pelosa. Leggende popolari e scomuniche papali non intirmoriscono per nulla Federico II. D’altronde, il Papa non vedeva di buon occhio nemmeno lui, e lo chiamava l’Anticristo.
Un matrimonio concepito alla luce di specifiche esigenze geopolitiche
Federico II aveva l’impellente necessità di stringere importanti alleanze geopolitiche, aprendosi una strada che dalla Germania, sua terra d’origine (così come era terra d’origine di Ezzelino da Romano), conducesse sino alla Puglia. E’ vero, Ezzelino da Romano non era propriamente un pezzo di pane, ma anzi era un sovrano tirannico e feroce. A tal punto che persino Dante Alighieri lo collocò nel suo Inferno. Ezzelino aveva l’abitudine di far costruire castelli dotati di segrete in tutti i territori conquistati, al fine di rinchiudervi i prigionieri e riservare loro una morte il più atroce possibile. Uno degli esempi più celebri in questo senso è la Torre di Malta, in località Cittadella, in provincia di Padova. Durante gli assedi, peraltro, Ezzelino non trattava mai la resa, ma anzi era disposto ad uccidere senza pietà anche donne e bambini. E nemmeno nei confronti di Federico II, Ezzelino si mostrò mai particolarmente accomodante. Scopriamo come.
L’episodio di Bassano del Grappa
E’ rimasto nella storia l’episodio durante il quale i due sovrani, in occasione della visita del Puer Apuliae ad Ezzelino in quel di Bassano del Grappa, si trovarono a gareggiare con le spade, per vedere quale delle due fosse più lunga e robusta. In quell’occasione, Ezzelino si fece prendere dalla sua consueta competitività ed arroganza, e chi era presente lo vide passare, in un attimo, dallo scherzo ad un atteggiamento pericoloso e poco propenso alla disputa scherzosa, insomma. Tant’è che, per un secondo, Ezzelino portò la spada alla gola di Federico II.
Come andò il matrimonio di Selvaggia con Ezzelino
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Insomma, Selvaggia lasciò la Puglia assieme al suo falco ed alla dama di compagnia, non poco preoccupata all’idea di diventare la nuora del demonio. Il 23 maggio del 1238 il matrimonio ebbe luogo nella Chiesa di San Zeno a Verona. E i festeggiamenti durano per ben sei giorni. Ezzelino non fu mai un uomo romantico, poco propenso all’attitudine sdolcinata tipica dell’amor cortese o ai sentimenti. E così, sbrigati i doveri coniugali piuttosto frettolosamente, si rifugiò ben presto nei suoi alloggi. D’altronde, un uomo così pericoloso poteva sempre essere vittima di un sicario del Papa, o della Lega di Pontida, o qualche vittima di qualche sopruso del quale egli era stato artefice. Il matrimonio proseguì nella noia e nella routine. Selvaggia trascorreva il tempo nei suoi alloggi, assieme al suo amato falco.
L’incontro con un giovane nobile pugliese
Con il passare del tempo, la sua bellezza sbocciò e divenne una bellissima donna. Finchè un giorno conosce un giovane nobile, proveniente, pare, proprio dalla Puglia. Si dice che i due avessero anche in comune la passione per la falconeria, e che sognassero di fuggire insieme proprio in Puglia. Ezzelino, venuto a conoscenza della liaison amorosa, non esitò un momento, e strangolò Selvaggia nel sonno. Alcuni studiosi dicono che morì avvelenata per errore. Era abitudine di Ezzelino far assaggiare sempre il suo cibo ad un fedele servitore, dal momento che temeva una ritorsione mortale nei suoi confronti. Ma poichè quel giorno il servitore non era presente, sembra che fu proprio Selvaggia ad assaggiare il pasticcio di fagiano del marito, morendo avvelenata. Era il 1244 e Selvaggia aveva solo 20 anni.
Ezzelino non fu particolarmente addolorato dalla perdita dalla moglie, tanto che si risposò dopo brevissimo tempo. Indovinate con chi? Con Isotta Lancia, un’altra figlia di Federico II di Svevia. Federico, dal canto suo, mise avanti la ragion di Stato rispetto ai sentimenti, e non chiese mai conto ad Ezzelino di quella tragica perdita. Anche Isotta Lancia non ebbe una sorte molto felice: dopo 6 anni dal matrimonio con Ezzelino, questi la fece rinchiudere in una torre, per risposarsi con Beatrice di Maltraversi, contessa di Castelnuovo. Durante la sua vita, Ezzelino ebbe solo un figlio, Pietro, che fece rinchiudere in una torre a sua volta.