Abbiamo già affrontato il tema dei trappeti e quello delle neviere, edifici rurali che ancora oggi popolano e caratterizzano il paesaggio pugliese ricordandoci chi siamo e soprattutto da dove veniamo. Oggi spendiamo due parole a favore degli apiari, strutture architettoniche tutto sommato non molto appariscenti, eppure cruciali per quanto riguarda la produzione del miele in Puglia sin dal Settecento. Come erano fatti? Dove si trovavano? Conosciamoli più da vicino.
L’apicoltura, un'”arte” molto molto antica
La produzione del miele è davvero antichissima e si consideri che solo in epoche relativamente recenti si è passati all’uso dello zucchero (come dolcificante) e alla stearina (per la produzione di candele). E l’apicoltura era dunque molto diffusa, anche in Puglia. Si pensi che le primissime pitture rupestri che si riferiscono alla produzione del miele, risalgono al 6mila a.C.
Cosa sono gli apiari
Gli apiari erano delle strutture formate da più file di blocchi di tufo cavi, come fossero tanti cassettoni, che fungevano evidentemente da arnie. Questi apiari erano collocati molto spesso nei muri di cinta delle masserie. Non dimentichiamo che la terra di Puglia era (ed è) ricca di una vegetazione spontanea meravigliosamente variegata. Aree boschive, macchia mediterranea, fiori selvatici: un vero e proprio paradiso per le api. Miele e cera d’api erano preziosi in quanto commerciabili e capaci di generare un reddito da affiancare a quello proveniente dalla sola agricoltura.
Un’attività redditizia a sostegno dell’agricoltura
Gli apiari erano presenti in moltissime masserie e venivano usati per produrre miele e cera d’api non solo per l’uso domestico, ma anche per fini commerciali. Secondo alcuni antichi documenti, l’apicoltura raggiunse il suo apice in Puglia nel Cinquecento, per poi subire una battuta d’arresto nel Settecento. Sembra che sul finire di marzo del 1792 in provincia di Foggia e di Bari vi fu una terribile moria di api. Un problema non indifferente visto che le api rivestivano un ruolo cruciale anche per ciò che concerne le economie delle masserie ed erano dunque – come già accennato – di sostegno alle entrate provenienti dalla sola agricoltura. Non a caso, intorno alle masserie c’erano sempre giardini curatissimi, con alberi da frutta ed altre piante profumate, non solo a beneficio degli abitanti della masseria, ma anche per le api stesse, che trovavano una fioritura ricca, varia ed abbondante alla quale attingere per dar vita poi ad un delizioso miele.
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