Opera del famoso artista locale Nuzzo Barba, scultore ed architetto di Galatina, in attività nel periodo storico abbraccia MedioEvo e Rinascimento, la Natività oggi esposta presso la Basilica di Santa Caterina a Galatina commuove ed emoziona. Per il realismo dei soggetti, per i colori ancora così vividi a distanza di secoli ed ancor di più perchè è stata scolpita a mano in pietra leccese. La stessa pietra che, un secolo più tardi, avrebbe trovato trionfo e magnificenza nel Barocco Leccese.
Cos’è la pietra leccese
La pietra leccese è un materiale naturale presente in abbondanza nel sottosuolo del Salento, con particolare riferimento alle zone di Melpignano, Maglie e limitrofe. Qui, storia natura e tempo hanno dato vita ad una sinfonia elegante e misurata, capace di seguire l’elegante e pur tuttavia impetuoso andirivieni delle onde del mare, che a più riprese ha sommerso e lasciato riemergere questa terra così straordinaria. Calcarea e pur tuttavia estremamente malleabile, tanto da essere anche chiamata con l’appellativo di “gentile”, la pietra Leccese reca in sé i segni della storia che l’ha generata: fossili, lische, denti, conchiglie di vario genere. Com’è noto, questa pietra “gentile” è la protagonista del Barocco Leccese, stile architettonico unico nel suo genere, ricco, sfarzoso e tuttavia sempre posato, che forse ricorda più un Rococò ante litteram che un barocco vero e proprio.
Chi era Nuzzo Barba
Scultore del Sepolcro di Giulio Antonio Acquaviva conte di Conversano, ergo il Cavaliere Senza Testa
Prima di arrivare a raccontarvi qualcosa di Nuzzo Barba, addentriamoci per un momento nelle storie salentine ed in particolare in una storia intrisa di leggenda. Avete mai sentito parlare della leggenda del “cavaliere senza testa”? In realtà non è una leggenda vera e propria, perchè tale cavaliere è esistito davvero. Il suo nome era Giulio Antonio Acquaviva, conte di Conversano. Perchè senza testa? Il conte cadde vittima di un agguato nel 1481 nei pressi della cittadina di Galatina. L’agguato fu opera dei Turchi, che come tutti ben sapete si trovavano in Salento a seguito del sacco di Otranto (1840). In quel periodo storico furono innumerevoli le battaglie ed i saccheggi avvenuti un po’ in tutto il Salento. E, proprio durante uno scontro con i musulmani, il Conte perse la testa (nel vero senso della parola!) per un colpo secco di scimitarra. Secondo la leggenda, insomma, il suo cavallo continuò a correre e ad errare per il Salento, con il corpo senza testa del conte in groppa, fino a quando non lo riportò presso il Castello di Sternatia. E nel tragitto seminò panico e paura tra i musulmani! Oggi la leggenda del cavaliere senza testa è più viva che mai, tant’è che si narra che nel Castello di Otranto, nelle notti di luna piena, sia ancora possibile vedere il fantasma di questo personaggio aggirarsi furtivo e minaccioso. E non solo: in quel di Galatina, nella corte di un palazzo chiamata Corte Vinella, è possibile vedere una statua acefala raffigurante, pare, proprio il cavaliere senza testa.
Ma torniamo a Nuzzo Barba, scultore ed architetto capace di lavorare in modo pregevole la pietra leccese. Fu proprio lui a scolpire e costruire il sepolcro del Conte di Conversano (in realtà un cenotafio, ovvero un sepolcro vuoto, presso la Chiesa di Santa Caterina a Conversano), ma anche di Caterina dal Balzo Orsini, oltre a molte altre opere d’arte davvero pregevoli ancora visibili e visitabili in tutta la Puglia.
I presepi scultorei di Nuzzo Barba, la Natività presente nella Basilica di Santa Caterina a Galatina
Il presepe più antico di Puglia
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Spendiamo dunque due parole su altre opere in pietra leccese realizzate da Nuzzo Barba in pietra leccese. Tra i presepi scultorei spicca quello collocato nella Basilica di Santa Caterina a Galatina. Si ritiene che sia il presepe più antico di Puglia. La particolarità è che la pietra leccese è policroma, ovvero dipinta di diversi colori. Cosa piuttosto inusuale dal momento che nell’immaginario collettivo la pietra leccese viene sempre lasciata nel suo colore naturale, anche perchè quel giallo oro ambrato è davvero spettacolare. Eppure, se avrete modo di vedere questo presepe in pietra leccese, rimarrete davvero colpiti dalla bellezza dei suoi colori. Il presepe fu realizzato verso la fine del XV secolo. Attenzione però: sono originali solamente Maria, Giuseppe e Gesù Bambino, mentre gli altri elementi della Natività (il bue e l’asinello) sono posteriori, e risalgono al XIX secolo (lo potete notare voi stessi osservandoli). L’unica pecca di questa straordinaria Natività in Pietra Leccese è che Gesù Bambino è leggermente rovinato ed ha perso il colore a seguito di un tentativo di furto.