raccoglitrici di olive - La Terra di Puglia.it

Manca poco a Novembre, il mese per eccellenza della raccolta delle olive. L’aria si fa frizzantina ed acquisisce quegli odori unici e così fortemente caratterizzanti che solo durante questo mese dell’anno potete percepire da queste parti: il profumo delle foglie di ulivo bruciate qua e là per “pulire” il terreno e favorire la raccolta e l’odore della sansa, così pungente e talvolta penetrante. Oggi si fa tutto con comodi veicoli a motore, scuotitori e pettini pensati e progettati proprio per la raccolta delle olive. Ma un tempo anche quest’incombenza era lasciata alle mani dell’uomo. Anzi, delle donne. Scopriamo allora assieme chi erano le raccoglitrici d’olive. 

Immaginate un carretto trainato da cavalli, guidato da un carrettiere vestito secondo l’uso contadino pugliese, con pantaloni di flanella, fazzoletto al collo, cappello in testa. E’ l’alba. Alle sue spalle, sul carretto appunto, donne avvolte strettamente in mantelli di lana spesso con bambini al seguito, diretti in campagna per la raccolta delle olive. Un’incombenza “di famiglia”, come lo era la preparazione della salsa di pomodoro, e come lo fu, per lungo tempo, anche la raccolta del tabacco. Ma le vere protagoniste della raccolta delle olive erano proprio le donne che, giunte in campagna, toglievano il mantello, posavano il loro fagotto contenente il pranzo a ridosso del tronco di un albero e si mettevano al lavoro. Chine, in ginocchio, procedevano dunque alla raccolta delle olive. A mano, una ad una. Dall’alba sino al tramonto. Raccoglievano le olive in mucchi, che poi posizionavano dentro il paniere di giunco. Che mano a mano veniva vuotato in grandi sacchi, pronti da portare al trappeto.

Pasta foglie di ulivo

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Il lavoro era duro, faticoso, lungo, ma non mancava mai l’occasione per la chiacchiera. E così, bene o male, il tempo passava. Si faceva mezzogiorno, e allora si poteva fare una breve pausa, mangiando qualcosa. Generalmente del pane fatto in casa, condito e insaporito al suo interno con gli avanzi della cena della sera prima, o con la cosiddetta “gialletta”, un condimento a base di pomodori gialli, peperoncini e olio pugliese. E poi via di nuovo al lavoro, fino a sera. Dopodichè ci si avvolgeva nel mantello, si richiamavano i bambini e si risaliva sul carretto, in direzione di casa…

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