Lo chiamano tutti pasticciotto leccese ma, ammettiamolo, di leccese ha davvero ben poco. Come d’altronde abbiamo già avuto modo di precisare in un articolo in cui spiegavamo brevemente che cos’è il pasticciotto leccese e quali sono le sue caratteristiche. E’ notizia di oggi che la Giunta Comunale punta alla rivendicazione della paternità del celebre dolce salentino, con l’intento di registrare due marchi al Registro Marchi e Brevetti: Galatina Città del Pasticciotto e Pasticciotto di Galatina. Un’operazione avente, evidentemente, il duplice scopo di voler omaggiare la pasticceria Ascalone, che ha giustappunto dato i natali al dolce in questione, e di mettere in piedi un’operazione di marketing intelligente e lungimirante. Forse la visita in città di Chiara Ferragni ha risvegliato negli amministratori di Galatina un certo senso di appartenenza da tempo sopito, foriero peraltro di un interessante (seppur ancora potenziale) giro d’affari? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto noi vi raccontiamo com’è andata.
La città rivendica uno dei simboli del Salento
Insomma, il pasticciotto, simbolo del Salento assieme ad altri, come il pumo, il fico d’india, il geco, ma anche il rustico per voler restare entro i confini dell’enogastronomia, dovrebbe rientrare nei ranghi….e diventare a tutti gli effetti simbolo di Galatina tout court. La cittadina facente parte del circuito della Grecìa Salentina non è particolarmente conosciuta fuori regione, o per lo meno non lo è alla stregua del capoluogo leccese, ma indubbiamente ha davvero molto da offrire al turista e viandante in vacanza in Terra di Puglia. Monumenti, palazzi, chiese, storie e racconti di un passato a metà tra il reale ed il leggendario, una gastronomia ricca e golosa, una festa patronale vivace illuminata a giorno da alcune tra le più belle luminarie del Salento… Perchè non rivendicare la paternità del pasticciotto dunque? L’idea non è malvagia, anche se viene da domandarsi come mai chi siede nella stanza dei bottoni non ci abbia pensato prima….Vi faremo sapere come andrà a finire questa vicenda tutta Pugliese, nella speranza che a Galatina si ispirino molti e molti piccoli grandi paesini d’Italia che dovrebbero fare tesoro della lezione social impartita da Dior in Salento.