Gli amanti dell’archeologia che trascorrono le loro vacanze in Puglia non potranno lasciarsi sfuggire l’occasione di visitare il Parco Archeologico di Siponto. Ci troviamo a Manfredonia, nel cui parco archeologico si narra la storia di un’antica città oggi scomparsa, Siponto. Qui, si trovano i resti di un’antica basilica paleocristiana, la Basilica di Santa Maria Maggiore, oltre a vari reperti che testimoniano l’esistenza di una vera e propria città romana.
Cosa vedere nel Parco Archeologico di Siponto
All’interno del Parco Archeologico di Siponto è possibile visionare moltissimi reperti databili dal II secolo a.C sino all’Alto Medioevo, quando la colonia romana fu abbandonata per spostare il centro urbano nell’adiacente Manfredonia. Il Parco include interessanti ipogei, resti di chiese extra moenia (cioè esterne rispetto al centro abitato), e la Chiesa di Santa Maria Maggiore, databile intorno all’anno Mille, in stile romanico.
Siponto, antica città romana oggi scomparsa
La città di Siponto, della quale il Parco Archeologico reca interessantissime testimonianze, fu colonia romana sin dal 194 a.C. La città fu letteralmente abbandonata dai suoi abitanti dopo che la zona sulla quale sorgeva subì un impaludimento (non dimentichiamo che la piana di Siponto sorge tra i fiumi Candelaro e Cervaro). I suoi abitanti si trasferirono dunque nella vicina Manfredonia, voluta da Re Manfredi, figlio dell’Imperatore Federico II di Svevia. La città si chiamava dunque Manfredonia, come oggi, anche se vi incuriosità sapere che in seconda battuta, durante la dominazione angioina, prese il nome di Sypontum Novellum (nuova Siponto).
La Basilica Paleocristiana di Santa Maria Maggiore
I resti di questa incantevole basilica paleocristiana ci ricordano che Siponto fu anche un’importante diocesi. La basilica fu edificata nel IV secolo d.C ed è proprio a quel periodo che risalgono i pavimenti musivi ancora oggi visitabili all’interno della Basilica Medioevale di Santa Maria Maggiore. Il rifacimento medioevale della Basilica reca la traccia del suo passato, come testimoniato anche da colonne e capitelli provenienti proprio dalla piana di Siponto.
Le stele di Siponto
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Un eccezionale ritrovamento avvenuto nel 1960 fu quello di un’ottantina di stele databili tra l’VIII e il VI secolo a.C, a riprova dell’esistenza, secondo gli studiosi, di una sorta di Stonehenge in Puglia. La prima fu trovata casualmente, e presto si capì che madre terra stava restituendo alla storia un grande tesoro. Alcune riaffiorarono nel corso di lavori agricoli, altre furono usate da inconsapevoli contadini per edificare case, lavabi ed altro. Ciascuna stele è piuttosto grande, anche un metro e mezzo, e raffigura un corpo umano forse privo di vita, con le braccia conserte sul petto, riccamente vestito ed adornato. Oggi le stele ritrovate sono complessivamente circa duemila, di cui alcune sono esposte al museo archeologico di Manfredonia.