Il fascino dei relitti e dei tesori sommersi
Tutto ciò che si trova sotto il pelo dell’acqua – dalle tonalità cromatiche più o meno limpide – esercita da sempre un’attrazione irresistibile per tantissime persone, soprattutto quelle che sono dedite alle attività subacquee e che, di conseguenza, hanno una certa dimestichezza nel muoversi in questo mondo. Oggi abbiamo pensato proprio a questi appassionati dei fondali marini, riportandovi un’indicazione molto interessante, vale a dire, l’esistenza di una innovativa, utile e preziosissima Carta Archeologica Subacquea della Puglia Meridionale.
Questa mappatura dei tesori conservati nei fondali che si trovano al largo del litorale pugliese è un importantissimo strumento – realizzato sulla base della piattaforma ArcGIS – per prendere nota di ben 650 siti di archeologia subacquea in Puglia: e in queste aree mappate, è possibile prendere nota di relitti, piccoli (o grandi) frammenti, come del resto, anche semplici ritrovamenti che siano stati appunto compiuti nel tratto costiero meridionale della Puglia, i quali offrono agli amanti del sub un’occasione unica per toccare con mano la ricchezza archeologica di questa terra.
La carta archeologica subacquea: uno stimolo a questo turismo in Puglia
Questo importante documento, frutto di un impegnativo lavoro di mappatura, riporta per ognuno dei siti archeologici repertati una didascalia con informazioni utili quali la posizione esatta in cui si trova il reperto, nonché la profondità del fondale, cui si aggiunge anche una descrizione delle operazioni compiute per compiere il ritrovamento, con tanto di documentazione fotografica.
Per raggiungere questo importante risultato, gli sviluppatori della Carta Archeologica Subacquea della Puglia Meridionale hanno fatto tesoro di quanto svolto nel 2004 con il lavoro denominato Salentum a Salo, il quale a suo tempo si concentrò sulla valorizzazione dei diversi ritrovamenti di natura archeologica compiuti sull’arco di 350 km di litorale, tra le località di Egnazia, Leuca e Taranto.