Che cos’è un orto sinergico
Avete già sentito parlare di orto sinergico da parte di qualcuno che conoscete, ma non vi ricordate più di che cosa si tratti precisamente? Allora ve lo rammentiamo in poche parole: si tratta di un sistema di coltivazione che privilegia sostanzialmente quanto la natura mette a disposizione nel terreno, evitando di modificarne le caratteristiche essenziali, anche tramite il semplice calpestio.
Alla base di questo modello agricolo, c’è il lavoro del microbiologo nipponico Masanobu Fukuoka, nonché degli agronomi Bill Mollison e David Holmgren, che è stato poi a sua volta adattato alle condizioni climatiche mediterranee da Emilia Hazelip, un’agricoltrice e permacultrice. Ma andiamo con ordine e, nel prossimo paragrafo, diamo uno sguardo più approfondito a questo schema di coltivazione, osservandone le peculiarità.
Le caratteristiche dell’orto sinergico
Questo modello agricolo si differenzia dalle principali tecniche colturali diffuse nel mondo per queste ragioni:
- La terra non deve essere sottoposta ad arature, zappature o altre tecniche di lavorazione, giacché queste ultime possono impoverirla dal punto di vista del contenuto organico, cambiando il livello di ossigenazione. L’equilibrio nutritivo, infatti, con questo tipo di azione viene interrotto, dovendo essere ripristinato con l’ausilio di fertilizzazione o concimazione, due tecniche che creano dipendenza nelle piante nonché impoverimento del terreno.
- Il terreno non deve essere compattato, giacché deve traspirare naturalmente: questo risultato si ottiene evitando il calpestio dello stesso, provvedendo a realizzare dei vialetti di transito che siano circa 40 centimetri più in basso rispetto alle aree coltivate.
- Non deve essere apportata alcuna concimazione: a questo proposito, è sufficiente creare una fertilizzazione naturale tramite l’adozione di una pacciamatura biodegradabile, la quale contribuisce a mantenere il naturale livello di umidità del terreno, con tutte le conseguenze del caso per quanto riguarda la ricchezza di microorganismi nella terra. In alternativa alla pacciamatura, è possibile realizzare appunto una sinergia tramite la presenza di piante (perenni o anche stagionali) che siano messe a dimora creando un insieme uniforme, un’agricoltura densa, scegliendo vegetali di età differenti o con caratteristiche non identiche.
- In quarto luogo, è importante mettere a dimora in ogni aiuola coltivata tre specie diverse, in modo tale che le stesse vadano a creare una sinergia che appunto favorisca il loro stesso sviluppo, inserendo ad esempio leguminose (ottime per trasportare l’azoto nel suolo), liliacee (che contrastano i batteri negativi) e ortaggi di altro tipo, capaci di stimolare la biomassa. A tutto ciò si possono unire anche i fiori o le erbe aromatiche, che possono creare interessi connubi di sapore.
Perché scegliere il modello dell’orto sinergico
La qualità dei prodotti ottenuti tramite questo modello di coltivazione è evidentemente superiore, giacché ortaggi et similia ottenuti in questo modo sono il frutto di una terra che offre un gusto e una genuinità incomparabili. Il rispetto dell’ecosistema, inoltre, permette una continua rigenerazione naturale dell’ambiente in cui maturano frutta e verdura, consentendo di dar vita a prodotti dal sapore unico come le passate pugliesi biologiche o altre specialità della nostra fertile terra.
L’orto sinergico dal vivo presso l’azienda Laterradipuglia
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