Quando si parla di alimentazione, e non solo di olio extravergine di oliva, bisogna costatare un dato di fatto: il consumatore ha tutto il diritto di sapere esattamente che cosa sta acquistando, da dove viene, cosa contiene, da chi è stato prodotto e quando. Insomma, è giusto che il consumatore finale sia pienamente padrone della sua alimentazione e, va da sè, della sua salute.
Italia: comparto oleario forte e importazioni dall’estero. Qualcosa non torna
Per quanto riguarda l’olio di oliva, il vero problema è che, nonostante l’Italia sia una delle nazioni dove il comparto olivicolo-oleario è particolarmente sviluppato – in particolare nelle regioni meridionali – è anche vero che è anche una nazione che importa ingenti quantità di olio di oliva. Ma come mai ? Andiamo a fondo della questione.
Puglia: la regione dei primati. Nel bene e nel male
La regione Puglia, in particolare, detiene il primato nazionale della produzione olivicola, con oltre 2 milioni di quintali l’anno! Un primato che sicuramente riempie d’orgoglio gli agricoltori pugliesi, unito al fatto che l’Unione Europea ha riconosciuto ben 5 olii DOP: ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’ e ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’.
Il mercato della contraffazione made in Puglia
Purtroppo però, la Puglia detiene anche un primato negativo. E’ quello delle importazioni! Vi domanderete come mai una regione che produce così tanto olio d’oliva ha bisogno di importarne. La Puglia importa ingenti quantità di olio dalla Spagna, dalla Tunisia e dalla Grecia perchè purtoppo esiste un immenso mercato dedito alla produzione di olio contraffatto in quanto mischiato: l’olio nazionale viene mischiato con quello importato e venduto come made in Italy sia all’estero che in Italia stessa. Un mercato parallelo, una vera e propria frode, poichè gli ignari consumatori, riconoscendo – tra gli scaffali del supermercato – un’etichetta magari conosciuta, acquistano con fiducia e ad occhi chiusi il prodotto, convinti di acquistare il made in Italy di qualità. E invece si portano a casa un prodotto non sempre eccellente, spesso “lavato”con solventi, e dunque per niente sano.
Gli agricoltori pugliesi si ribellano
Detto questo, gli agricoltori pugliesi non ci stanno! Non vogliono che questa sia l’immagine della Puglia, una regione dove la maggioranza dei lavoratori è onesta e rispetta le normative.
Attenzione a cosa si acquista!
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