Un aggiornamento sulla questione xylella in Puglia
Dopo avervi parlato della svolta circa l’emergenza xylella in Puglia, con tanto di intervento della magistratura leccese nella vicenda, oggi, siamo in grado di offrirvi ulteriori dettagli su quelli che sono stati gli sviluppi dell’attività inquirente. Secondo i primi risultati del lavoro di ricostruzione della vicenda, il batterio della xylella fastidiosa si sarebbe diffuso a seguito delle ricerche all’interno dei cosiddetti campi sperimentali, dove si tentava di ottenere una nuova varietà di ulivi.
L’ulivo Lecciana e il Roundup alla base della xylella?
In questi progetti promossi dall’Università di Bari ed altre istituzioni di ricerca, volti essenzialmente – come detto poc’anzi – a sviluppare la varietà dell’ulivo Lecciana, i ricercatori avrebbero quindi fatto uso di pesticidi per i quali non era stata rilasciata alcuna autorizzazione all’uso, tra i quali, quello più nominato è il Roundup Platinum. Gli ulivi si sarebbero quindi disseccati sì a causa della xylella, ma quest’ultima, sarebbe stata introdotta di proposito per effettuare delle sperimentazioni.
Al riguardo la procura sta ancora indagando, sebbene i magistrati – oltre a questa pista investigativa – stiano pure seguendo la traccia dell’uso smodato dei fitofarmaci. Secondo le prime conclusioni dei magistrati, quindi, l’epidemia sarebbe stata prevedibile, con il risultato che la soluzione proposta di eradicare le piante, sarebbe una scelta drastica, volta in sostanza a deturpare il contesto naturalistico e paesaggistico di questa area della nostra regione.
Quali saranno gli sviluppi futuri? Non mancheremo di tenervi aggiornati…