Le ultime novità sull’emergenza della xylella fastidiosa
Mentre l’emergenza dell’epidemia di xylella conosce un’alternanza tra cultivar di ulivo resistenti al contagio ed altre invece toccate dalla malattia, come abbiamo avuto modo di dirvi nell’aggiornamento della scorsa settimana, oggi vi parliamo nuovamente della questione, riportandovi la notizia secondo la quale la magistratura sta indagando ulteriormente sulle probabili cause della proliferazione, andando anche ad aprire una nuova pista nelle indagini, che tratta la lebbra dell’ulivo, una malattia comparsa nel Salento negli anni 2009-10, proprio dove poi è arrivata anche la xylella.
EFSA: la xylella può colpire solo un ulivo già malato
Dal canto suo, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – EFSA – ha più volte ribadito come l’epidemia della xylella si sia potuta poi in realtà diffondere soltanto grazie al fatto che avesse trovato delle piante di ulivo già colpite da qualche altra patologia. Il problema della lebbra dell’ulivo, venne trattato all’epoca dalla regione Puglia, andando in maniera mirata a curare le piante: tuttavia, ora, le indagini si concentrano anche su quel momento particolare, cercando di mettere in evidenza eventuali errori o problematiche correlate agli interventi di cura effettuati allora.
Alla base delle valutazioni di alcuni esperti docenti universitari, gli inquirenti avranno tra le mani delle motivazioni scientifiche in base alle quali proseguire le indagini, tenendo presente anche l’aspetto della lebbra dell’ulivo. Nel frattempo, anche dal governo sono stati incrementati a 21 milioni di euro le risorse del fondo di solidarietà per le imprese prive di coperture assicurative adeguate. A questi soldi, vanno aggiunti i 32 milioni di euro a favore della pianificazione dell’olivicoltura, nei cui piani è stato preventivato un incremento della produzione pari ad almeno un quarto.