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Ilva di Taranto: una questione lungi dall’essere risolta

Dopo aver attirato su di sé le attenzioni dei media per parecchio tempo, ponendo questioni di rilevanza nazionale e soprattutto aprendo un dibattito nell’annosa questione dell’equilibrio tra ambiente e lavoro, l’Ilva di Taranto non smette di far parlare di sé in questo inizio di 2015, considerando come proprio negli ultimi giorni, la stessa azienda ha comunicato ai sindacati che, a causa della sospensione dell’attività in alcuni altiforni, per attuare gli interventi richiesti dall’AIA, sono ben 4459 gli esuberi, suddivisi tra i reparti fusione, laminazione e tubi, oltre ai servizi accessori.

Crisi e ambiente riducono il lavoro all’Ilva

Se da una parte la crisi economica ha toccato anche il settore siderurgico, dall’altra, anche tutte le operazioni atte a garantire condizioni ambientali migliori all’interno e all’esterno dello stabilmento, vanno a ridurre notevolmente la quantità di acciaio richiesto: si passa infatti da 30.000 fino a 11.800 tonnellate di produzione giornaliera. A partire dai primi giorni del prossimo mese, dovrebbe entrare in vigore infatti il contratto di solidarietà difensiva. Vi terremo senz’altro aggiornati sui prossimi sviluppi che riguardano l’Ilva e la sua città…

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