Garibaldi a Taranto alto

A Taranto si cerca un sostituto alla TcT

Vi avevamo anticipato negli ultimi tempi la notizia secondo la quale al porto di Taranto c’era una certa agitazione in seguito alle indiscrezioni che riguardavano la probabile chiusura della Tct, la Taranto Container Terminal: ora la notizia è di pubblico dominio, dopo che lo scorso 12 giugno gli azionisti hanno deciso di liquidare la società, aprendo quindi una nuova fase che ha comportato la mobilità per 540 persone impiegate nell’infrastruttura del porto, impegnando tanto il governo quanto l’autorità portuale alla ricerca di una soluzione a un problema molto importante.

Il Porto di Taranto: un nodo strategico

Come è già stato ribadito a più riprese dal governo, il porto di Taranto è ritenuta una infrastruttura di vitale importanza nel traffico delle merci sull’asse nord-sud dell’Europa, e in quanto tale, deve essere messo nella condizione di operare in maniera confacente alla potenzialità, ristabilendo il volume di movimentazione delle merci precedente a questa crisi. La prima opzione che è finita sul tavolo delle trattive, è quella di una nuova società che unisca da una parte FS Logistica ad un partner privato che abbia un ruolo di peso nel mondo dei terminal.

Lo scopo è comunque quello di ottenere un vero e proprio piano industriale per questa infrastruttura tarantina, che permetta di salvare i posti di lavoro e, soprattutto, anche degli investimenti per mantenere competitivo questo polo logistico, a partire dalle banchine e dai fondali. La risposta dovrà chiaramente giungere entro 75 giorni, proprio perché questo è il termine ultimo scaduto il quale, la mobilità lascerà il posto al licenziamento di 540 persone

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