Ilva di Taranto: cassa integrazione per 6417 operai
Un nuovo capitolo va ad aggiungersi alla già lunga storia della vicenda dell’Ilva di Taranto: dopo che la Commissione Europea aveva annunciato l’intenzione di varare un piano europeo per sostenere il settore siderurgico, oggi è emerso che l’azienda farà ricorso alla cassa integrazione – per due anni – per ben 6417 operai, considerando che all’interno degli stabilimenti si svolgeranno i lavori di adeguamento per essere in linea con l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
I dettagli circa il ricorso alla cassa integrazione
Ad essere toccati da questa misura straordinaria saranno 957 operai dell’area ghisa, cui si aggiungeranno 940 dell’acciaieria, 1574 attivi invece all’interno del settore della laminazione a caldo e a freddo, 607 occupati all’interno dei tubifici, 1249 impiegati nei servizi e staff e, infine, 1090 impiegati per le manutenzioni delle centrali. Questa decisione è scaturita in seguito alla necessità di investire 2,25 miliardi di euro per l’AIA, dei quali, 300 milioni saranno spesi per i parchi minerari, 400 per gli altiforni, 860 per la cockeria, 425 per interventi generici, 210 per l’agglomerazione e, infine, 55 per le acciaierie.