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La terra di Puglia offre un territorio magnifico: solo le coste e le acque dei mari che la bagnano, sono sufficienti per rendersi conto di quanto sia una risorsa insostituibile, la bellezza dei paesaggi pugliesi. A tale proposito, per evitare che in futuro ci si possa ricordare della Puglia solo con fotografie sbiadite, a causa di eccessivi danni all’ambiente, proprio a Brindisi è stato messo a punto un impianto per la produzione di energia ‘verde’.

Particolarità di questo nuovo impianto, è la capacità di trattenere la Co2 emessa durante il processo di produzione dell’energia.

Non è trascorso molto tempo da uno degli ultimi richiami all’attenzione verso l’ambiente, ad opera del mensile “The Atlantic”, il quale metteva in evidenza la possibilità di utilizzare il carbone, attraverso appositi “processi di pulitura”, quale fonte pulita di energia. Secondo l’autorevole mensile americano, difatti, per ossequiare le disposizioni previste dal protocollo di Kyoto, l’unica soluzione per la produzione di energia rispettosa dell’ambiente, è ripulire i processi produttivi da fonti fossili. Va tenuto ben presente che, secondo le prime indicazioni, l’impianto produttivo di Brindisi dovrebbe evitare l’immissione di Co2 nell’atmosfera.

La Puglia, quindi, con la sua centrale termoelettrica “Federico II” di Brindisi, offre una soluzione pratica per il rispetto dei trattati internazionali sulla salvaguardia dell’ambiente: nella produzione di energia elettrica, difatti, in Italia si fa uso di fonti energetiche fossili. Nel parco centrali termoelettriche italiane, poi, si sta operando una riconversione con impianti a carbone: questa fonte energetica, si sa, è responsabile di forti emissioni di Co2. Secondo quanto previsto dai piani dell’Enel, responsabile di questo progetto pilota ritenuto particolarmente all’avanguardia, si potrà giungere in futuro ad immagazzinare la Co2 sotto i fondali marini, anziché immetterla nell’atmosfera.

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