Cronaca della mostra al Castello Aragonese di Otranto
Complice la piacevole giornata estiva, ieri siamo andati a visitare per voi la mostra “Dalì, Il Genio”, presso il Castello Aragonese di Otranto (LE). La mostra include 6 sculture originali in bronzo e una selezione di 54 incisioni originali opera del grande maestro del surralismo spagnolo. Ancora una volta, come accade nelle sue opere pittoriche, il mondo del surreale e dell’onirico la fa da padrona e si manifesta attraverso la singolare interpretazione di temi cari all’artista.
Le incisioni di Salvador Dali in mostra al Castello di Otranto
Le illustrazioni ci danno grande prova dell’eccezionale abilità grafica di Dalì e si ispirano, come detto, ad una serie di temi letterari che sono stati parte integrante del percorso culturale e personale dell’uomo e dell’artista: le litografie sono pertanto suddivise in 4 filoni tematici, Il Castello di Otranto, le Fiabe Giapponesi, il Tristano e Isotta e gli Amour Jaunes.
Ma vediamole nel dettaglio
Il Castello di Otranto: ad ispirare queste litografie è l’opera del maestro della letteratura gotica Horace Walpole, che nel 1746 pubblicò il famoso romanzo intitolato appunto The Castle of Otranto. Nel libro è particolarmente presente il tema della sproporzione; vi si parla di un gigante del quale si vedono, in occasioni differenti, l’elmo, le braccia, le gambe, le mani. Il tema della sproporzione e di una figura quasi onirica che si manifesta solamente in parte (o forse solamente nella fantasia di chi ne sente parlare), ispirò e colpì enormemente Dalì, a tal punto che nelle sue litografie si riferisce chiaramente al romanzo di Walpole: in particolare l’elmo è raffigurato in diverse di esse, così come sono evidenti le sproporzioni, care al maestro del gotico così come al grande artista surrealista.
Fiabe giapponesi: anche l’ispirazione giapponese è molto forte; in queste litografie vediamo tutto il senso del mistero, del pallore, dell’eleganza e del mistero tipico delle fiabe giapponesi, così permeate di malinconia e a volte di solitudine. Un mondo misterioso, avvolto nella nebbia e per questo molto vicino al tema dell’onirico al quale Dalì amava ispirarsi.
Tristano e Isotta: il tragico mito medievale di Tristano e Isotta, innamorati perdutamente dopo aver bevuto il filtro d’amore, ha influenzato ed influenza tutt’oggi artisti e letterati di ogni specie; anche Dalì non è rimasto indifferente alla fascinazione di questo mito senza tempo, come vediamo nelle litografie dedicate a questa struggente storia d’amore, rivisitata ed interpretata in chiave surrealista.
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Amours Jaunes: ovvero, i giovani amori; qui fanno la comparsa il colore nero e l’effetto glitterato, per esprimere in tutta la sua veracità e la sua crudezza le ispirazioni dei giovani amori, dove il segno si trasforma in lussuria ed il colore ne sottoliena appunto la forza e la veemenza.
Le sculture di Salvador Dali in mostra al Castello di Otranto
Le 6 sculture che abbiamo avuto modo di ammirare presso il Castello di Otranto sono tutte realizzate interamente in bronzo. Spicca, nel cortile del castello, l’Elefante Cosmico, anch’esso in bronzo, di grandi dimensioni (1,20x90x350cm). Nella cultura indiana così nella simbologia onirica, l’elefante è simbolo di stabilità, di sicurezza e di buon auspicio. Ma questo elefante, proveniente probabilmente proprio dal mondo dell’onirico, è totalmente privo di carne e muscoli, e si aggira come una pantera stanca nel mondo dei sogni vestito solamente della sua pelle flaccida e delle sue ossa. Una scultura che colpisce per il senso di malinconia e solitudine che comunica ma anche per il suo essere quasi ai confini della realtà.
Anche le altre 5 sculture, di dimensioni minori, si muovono quasi ai margini di una scena immaginaria, vestite solamente di pelle e di ossa; come nel caso dell’Elefante Cosmico, le loro articolazioni sono molli – altro motivo caro all’artista – proprio come sono molli i famosi orologi che gli hanno valso l’appellativo di “genio”.
Oltre Dalì, rassegna collaterale a Dalì Il Genio
Attorno alle opere di Dalì, presso il Castello di Otranto sono anche esposte una serie di opere d’arte di altri artisti che si sono ispirati al lavoro geniale del grande artista spagnolo. Pensiamo ai baffi ceramici di Monica Righi, alle illustrazioni in miniatura di Massimo Pasca, alla bocca di Gufram, alle sedute di Romano Alcide Rizzo, alle sedie che ondeggiano sopra il Castello di Luigi Orione Amato, alle tele molli di Pasquale Pitardi, al sub reale di Giuseppe Piccioli, all’uovo che spicca sopra il Castello di Raffaela Zizzari, per finire coi macro ciottoli di Studio Paladini.
Dal gotico al surreale, una mostra da non perdere
Abbiamo trovato nel Castello di Otranto la location perfetta per questa mostra che si muove con disinvoltura ed intelligenza tra il mondo del gotico (pensiamo al romanzo di Walpole) e quello del surrealismo. Consigliamo a chi si trovi nella cittadina salentina di andare a visitare Dalì Il Genio, dal 28 maggio al 25 settembre presso il Castello Aragonese di Otranto; intero 6,00 euro, ridotto 4,00 euro.